Il Papa a Malta incontra le vittime degli abusi

LA VALLETTA – “Dio non rifiuta nessuno. E la Chiesa non rifiuta nessuno”: così Benedetto XVI ha sottolineato, nel suo discorso ai giovani maltesi svolto ieri pomeriggio sul lungomare di La Valletta, il cuore della dottrina cristiana applicandola implicitamente agli scandali di pedofilia nella Chiesa. Dio conosce i nostri “errori” e desidera “purificarci”, ma “non ci rifiuta”, “ci chiede di cambiare – ha precisato – e divenire più perfetti”.

Nell’incontro con le vittime dei preti pedofili a Malta, il papa è stato “profondamente scosso dalle loro storie ed ha espresso la sua vergogna e il suo dolore per quello che le vittime e le loro famiglie hanno sofferto”. Il papa ha anche assicurato le vittime di abusi compiuti da sacerdoti che la Chiesa provvederà ad “assicurare misure efficaci per salvaguardare i giovani in futuro”. Nello spirito della recente lettera ai cattolici d’Irlanda Benedetto XVI “ha poi pregato affinché tutte le vittime degli abusi sperimentino la guarigione e la riconciliazione, mettendoli in grado di andare avanti con rinnovata speranza”. “Molte voci cercano di persuaderci di mettere da parte la nostra fede in Dio e nella sua Chiesa e di scegliere da se stessi i valori e le credenze con i quali vivere” ha detto il Papa nell’omelia della messa celebrata ieri nel piazzale dei Granai di Floriana. Ma “se poniamo la nostra fiducia nel Signore e seguiamo i suoi insegnamenti – ha aggiunto – raccoglieremo sempre grandi frutti”.

“Ci dicono – ha proseguito il pontefice – che non abbiamo bisogno di Dio e della Chiesa. Se siamo tentati di credere a loro, dovremmo ricordare l’episodio del Vangelo di oggi, quando i discepoli, tutti esperti pescatori, hanno faticano tutta la notte, ma non hanno preso neppure un solo pesce”. “Lasciati a se stessi, i loro sforzi erano infruttuosi; quando Gesù è rimasto accanto a loro, hanno catturato una grande quantità di pesci”. Benedetto XVI ha poi affermato, rivolgendosi ai maltesi, alle prese con un dibattito sul divorzio e con le “spinte secolariste” che “non tutto quello che il mondo oggi propone é meritevole di essere accolto”. “Molti viaggiatori – ha aggiunto – sono sbarcati qui nel corso della vostra storia. La ricchezza e la varietà della cultura maltese – ha detto il Papa – è un segno che il vostro popolo ha tratto grande profitto dallo scambio di doni ed ospitalità con i viaggiatori venuti dal mare. Ed è significativo che voi abbiate saputo esercitare il discernimento nell’ individuare il meglio di ciò che essi avevano da offrire. Vi esorto – ha concluso – a continuare a fare così”.

La “tecnologia avanzata” non può “rispondre ad ogni nostro desiderio e salvarci dai pericoli che ci assalgono”, ha detto ancora il Papa nell’omelia. “Siamo tentati di pensare – ha affermato il pontefice – che l’ odierna tecnologia avanzata possa rispondere ad ogni nostro desiderio e salvarci dai pericoli che ci assalgono. Ma non è così. In ogni momento della nostra vita dipendiamo interamente da Dio, nel quale viviamo, ci muoviamo ed abbiamo la nostra esistenza. Solo lui può proteggerci dal male, colo lui può guidarci tra le tempeste della vita ed solo lui può condurci in un porto sicuro, come ha fatto per Paolo ed i suoi compagni, alla deriva delle coste di Malta”. “Più di ogni carico che possiamo portare con noi, nel senso delle nostre realizzazioni umane, delle nostre proprietà, della nostra tecnologia, è la nostra relaizone con il Signore che che fornisce la chiave della nostra felicità e della nostra realizzazione umana”.

La messa a Floriana e un incontro con i giovani sul lungomare di La Valletta sono i momenti più intensi della seconda giornata del primo viaggio di Benedetto XVI a Malta. Fuori programma, però, c’è ancora la possibilità di un incontro con le vittime maltesi di abusi da parte di religiosi, che ieri sera il portavoce padre Federico Lombardi ha detto di non poter escludere, anche se – ha aggiunto – “avverebbe nel più stretto riserbo e sarebbe riferito a cose fatte”.

“E’ una piaga generalizzata, e non c’entra con la nostra fede in Dio e nella Chiesa – aggiunge una donna presente sulla piazza – e il Papa li rappresenta entrambi”. Una fede profonda, quella del popolo maltese, che sta tributando a Benedetto XVI un’accoglienza che il portavoce vaticano ha già definito sabato “oltre le attese”. Ai margini della piazza, anche alcuni immigrati, un po’ in disparte. Africano cattolici, con le croci al collo, che confidano di aver subito maltrattamenti, di non poter lavorare né ottenere documenti di espatrio.
Molti i temi affrontati sabato, durante la cerimonia all’aeroporto, al palazzo presidenziale e alla Grotta di san Paolo: far fronte all’immigrazione, arginare l’attacco a vita, matrimonio e famiglia, riscoprire una cristianità coerente e coraggiosa pronta a mettersi in gioco in prima persona per contrastare la deriva relativista e l’ateismo. Il Papa ha anche espresso un secco no al divorzio, sul quale è in atto sull’isola un dibattito parlamentare.