Violenze e razzismo, nove feriti e quattro arresti

ROMA – Una donna tunisina e i suoi figli di 9 ed 11 anni sono riusciti ad uscire dall’auto poco prima che si incendiasse, colpita sul lungotevere Maresciallo Diaz, fuori dallo stadio Olimpico, da una selva di petardi e bottiglie durante gli scontri, avvenuti dopo il derby, tra le opposte tifoserie.

La donna stava tornando a casa in auto con i suoi figli e si è trovata in mezzo alla guerriglia. A soccorrere la famiglia sono stati i vigili del fuoco che hanno spento l’incendio dell’auto.
Per gli scontri, all’esterno dello stadio, sono stati fermati quattro ultrà romanisti. Sette tifosi sono rimasti feriti: tre accoltellati, di cui uno grave ma non in pericolo di vita con una ferita alla gola, sono stati ricoverati al Policlinico Gemelli. Sono invece due i carabinieri che sono dovuti ricorrere alle cure mediche.
Per i tafferugli, avvenuti all’interno dell’ Olimpico, prima dell’inizio della partita, sono stati arrestati tre tifosi e due denunciati. Altre scaramucce tra opposte tifoserie sono avvenute anche in altre zone di Roma, come in piazza Vescovio e Ponte Milvio. “Queste violenze – ha commentato il sindaco di Roma Gianni Alemanno – non hanno nulla a che fare con il tifo calcistico e con una vera passione per lo sport. Sono sfoghi deliranti di piccole minoranze che inquinano tutto l’ambiente calcistico. Nessuno si può permettere di rovinare una festa così bella, mettendo oltretutto in pericolo l’incolumità di persone innocenti”.

All’interno dello stadio la tensione è cominciata a salire quando ancora le squadre si stavano riscaldando in campo. Dalla curva nord è partito un lancio di petardi diretto verso il settore della tribuna Tevere dove si trovavano dei tifosi romanisti, questi ultimi hanno tentato di entrare in contatto con i laziali. E così la polizia è dovuta intervenire formando un cordone protettivo. Contemporaneamente nella curva sud è apparso un striscione a sfondo razzista con la scritta “Laziale non mangia maiale”, che è stato rimosso dopo qualche minuto.

Sulla tribuna Tevere gli scontri sono continuati per parecchi minuti, soprattutto quando i romanisti hanno tentato di ‘sfondare’ il cordone di poliziotti e venire in contatto con i laziali, ma gli agenti hanno reagito con colpi di manganello per riportare l’ordine. Poi l’arrivo di rinforzi delle forze dell’ordine ha fatto placare gli animi. Subito dopo la fine della partita, a quanto si è appreso, un nutrito gruppo di supporter romanisti, con il volto coperto da passamontagna, a poca distanza dallo stadio Olimpico ha atteso l’arrivo dei laziali e li ha aggrediti con bottiglie, coltelli e petardi. Ci sono stati momenti di vera guerriglia con tanto di cestini in cemento divelti e cassonetti bruciati.

I tifosi hanno bloccato molti mezzi pubblici, pieni di passeggeri. Anche qui le forze dell’ordine sono intervenute con cariche di alleggerimento e i supporter sono stati dispersi. Mentre fuori dall’Olimpico si consumava la guerriglia, in piazza Venezia e a Testaccio, quartiere storico dei tifosi giallorossi, si svolgeva la doppia festa della Roma per aver battuto i laziali e per aver riconquistato il primo posto.