Liberati i tre italiani, Strada: “Fallito il tentativo di screditarci”

MILANO – Si sono abbracciati e hanno brindato. Cosí alla sede milanese di Emergency hanno festeggiato la liberazione di Matteo Pagani, Matteo Dell’Aira e Marco Garatti, i tre operatori arrestati il 10 aprile nell’ospedale di Lashkar-gah dalle autorità afghane.

Ma il brindisi e la soddisfazione non hanno sciolto tutti e dubbi e le domande su cosa sia successo. Strada ha parlato di una “aggressione all’ospedale”, di una “trappola”, di una “macchinazione”.
“Otto giorni fa – ha spiegato – c’è stata un’aggressione in Afghanistan e in qualche misura un’aggressione anche in Italia, con calunnie. Noi abbiamo lavorato senza sosta per far cadere la montatura che qualcuno ha messo in piedi. Non sappiamo chi ma qualcuno lo ha fatto”. Il tentativo però “è fallito” ha aggiunto ripetendo che i tre italiani “sono vittime di una provocazione. Sono al 100% innocenti”.

Con ciascuno di loro ha parlato nel pomeriggio, ha raccontato che stanno bene, che ringraziano della mobilitazione. E anche il fondatore di Emergency ha voluto ringraziare chi è andato sabato alla manifestazione di Roma, tutti gli italiani che hanno dimostrato affetto, il ministero degli Esteri e la diplomazia italiana, l’inviato del segretario generale dell’Onu, gli afghani che hanno organizzato una manifestazione con diecimila persone e anche le autorità afghane “che hanno detto che l’ associazione non c’entra”.
All’inviato dell’Onu, a Napolitano e a Frattini Strada ha telefonato subito dopo la conferenza stampa organizzata in fretta e furia alla notizia del rilascio. E ha evitato note polemiche con il governo dicendo che non ci sono state “incomprensioni”. Anzi, ha promesso che mandera’ una t-shirt di Emergency a Frattini.
L’intenzione ora è di continuare a lavorare in Afghanistan “perché l’Afghanistan ha bisogno di Emergency” e possibilmente di rientrare anche a Lashkargah. Certo “va risolto il problema della sicurezza prima di riprendere il lavoro”. Bisogna capire chi ha portato le armi (o qualcuno dello staff, o afghani o “altri in uniforme di cui non sappiamo la nazionalità”).

Secondo Strada, la ‘retata’ all’ospedale è stata organizzata almeno un giorno prima visto che il volo di Marco Garatti per Kabul previsto proprio il sabato mattina dell’arresto è stato cancellato. “A noi – ha raccontato – hanno detto che è stato fatto su richiesta della coalizione. Se questo fosse confermato significherebbe che qualcuno lo ha preordinato e che questo qualcuno non è soltanto afghano e questo pone tutta una serie di domande anche a livello politico. A noi hanno detto che è stato fatto su richiesta della coalizione. Ma non spetta ad Emergency rispondere”. Per ora ad Emergency spetta festeggiare la liberazione.