Thailandia, un italiano muore durante una rissa

PHUKET – Morire in modo assurdo in una delle località di vacanze più note del mondo: Phuket, la spaggia dei sogni della Thailandia. E’ successo a Simone Teneriello, ventottenne di Castelfidardo (Ancona), rimasto coinvolto – sembra del tutto casualmente – tra venerdì e sabato notte in una lite degenerata in rissa e colpito al collo con una bottiglia rotta: è morto dissanguato nel giro di pochi minuti, con la giugulare recisa.

Sono ancora scarse e frammentarie le informazioni date alla famiglia – il padre Mirco, la madre Adriana e la sorella più giovane Greta, sposata e madre di un bimba di pochi mesi – che si è chiusa nel suo dolore. Ad avvisarli è stato un amico di Simone, contattato dalla polizia thailandese.
Ma ancora non si sa se il responsabile o i responsabili della morte del giovane siano stato individuati ed arrestati. Solo oggi i parenti potranno parlare con l’ambasciata italiana a Bangkok: finora c’é stato solo uno scambio di e-mail con il console Franco Cavalieri per le formalità legate al rimpatrio della salma.
“Speriamo che avvenga il più presto posibile” dice con gli occhi lucidi lo zio Claudio, presso il quale i familiari si sono rifugiati. Ma è difficile che possa accadere prima di venerdì: tra l’altro bisogna provvedere in anticipo al pagamento per il trasporto internazionale.

Le autorità diplomatiche hanno sconsigliato ai parenti di andare a Phuket, anche perché la nube di ceneri vulcaniche proveniente dall’Islanda ha reso difficili i collegamenti con l’Asia. A Castelfidardo, un centro di quasi 17.000 abitanti, “patria” delle fisarmoniche e teatro di una delle battaglie decisive del Risorgimento, nessuno si capacita dell’accaduto. Simone “non era uno sprovveduto, era uno con la testa sulle spalle” ripete lo zio Claudio: andava a Phuket ogni anno e ci trascorreva vari mesi, perché lì aveva la sua fidanzata.
D’estate lavorava a Numana come cameriere, d’inverno svolgeva lo stesso lavoro in Thailandia. “Conosceva bene quei luoghi” insistono i parenti. La notizia si è diffusa via Facebook: gli amici lo ricordano come una persona solare e tranquilla, amante della musica e dei tatuaggi.

“Un bravo ragazzo, uno che si faceva volere bene” aggiunge lo zio. La lite, secondo le poche notizie arrivate a casa, sarebbe scoppiata davanti al locale in cui lavorava Simone e lui sarebbe stato coinvolto in modo fortuito, forse perché stava uscendo, accompagnato dalla sua fidanzata. Sono tanti gli interrogativi da sciogliere per i familiari, che schiantati dal dolore si sono stretti intorno all’ultima nata della famiglia: la nipotina Asia. Lo stesso nome del continente tanto amato da Simone e dove il giovane ha trovato la morte.