Berlusconi, la mafia e Roberto Saviano

ROMA – Lo ha detto il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, robadendo che l’obiettivo del governo è quello di “distruggere” la mafia e di “avere numero vicino a zero di latitanti” entro la fine della legislatura.
Parole che si fanno immmediatamente polemica. Prende parola per primo Saviano, autore di ‘Gomorra’.
– Chiederei di porgere le sue scuse non a me, ma ai parenti delle vittime di tutti coloro che sono caduti raccontando – afferma Saviano rivolgendosi a Berlusconi in una lettera inviata al quotidiano Repubblica – Raccontare è il modo per innescare il cambiamento, l’unica strada per dimostrare che siamo il paese di Giovanni Falcone, di Don Peppe Diana, e non il paese di Totò Riina e di Schiavone Sandokan.

Saviano, nel suointervento, mette in dubbio di poter continuare la sua collaborazione con il gruppo Mondadori. A rispondere allo scrittore, Marina Berlusconi, presidente della casa editrice, con una lettera inviata al quotidiano romano. “Mi ha profondamente colpito – scrive la figlia del presidente del Consiglio – la reazione di Saviano di fronte a quella che era né più né meno che una critica”. “Sappiamo tutti – sostiene l’editrice – quanto abbia pesato e pesi l’omertà nella lotta alla criminalità organizzata e quanto sia importante rompere il muro del silenzio. Ma certo una pubblicistica a senso unico non è il sostegno più efficace per l’immagine del nostro Paese”.

Per il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, quelle del premier “sarebbero affermazioni sconsiderate anche per chi le dicesse al bar. La libertà d’opinione c’è, ma si può dire che l’opinione è una sciocchezza? E si può dire che certe opinioni un presidente del Consiglio non dovrebbe esprimerle?”.