Feriti all’ospedale e 10 arresti, sequestrato un arsenale

ROMA – Il ragazzo, 22 anni, nella notte è stato sottoposto a un intervento chirurgico alla gola ma non è in pericolo di vita. Altri tifosi sono stati trasportati al pronto soccorso dello stesso nosocomio per ferite, contusioni o fratture.

È di 10 persone arrestate e due denunciate il bilancio degli interventi della Digos. Gli agenti hanno anche sequestrato un vero e proprio arsenale di mazze, bastoni, accette, torce illuminanti, martelli, coltelli e caschi.
“Un grande successo dell’attività di prevenzione che ha riguardato diversi aspetti, attività che va avanti da oltre 10 giorni, seguendo e controllando delle persone, fatta ad opera della Digos e grazie all’impegno di tutti i colleghi dei commissariati che si trovavano allo stadio Olimpico, del reparto Mobile che ha fatto attività di bonifica e prevenzione intorno allo stadio e grazie all’attività di controllo portata avanti dal personale delle volanti e del commissariato di zona su tutte le auto parcheggiate intorno allo stadio – ha detto Lamberto Giannini, dirigente della Digos di Roma – A tutto ciò si è unita un’attività di intelligence della Digos che ha consentito di capire che un’auto, come tante altre controllate, era decisamente sospetta, più delle altre, e che andava portata via subito: questo ci ha consentito di trovare questo materiale pericoloso”.

Da segnalare, inoltre, che durante i festeggiamenti, domenica sera poco dopo le 23 in piazza Re di Roma, un gruppo di dieci teppisti ha aggredito due pattuglie della polizia municipale. Il gruppetto stava festeggiando la vittoria della Roma insieme a un centinaio di persone, quando in dieci si sono staccati dagli altri per scagliarsi contro le auto di servizio dei vigili: armati di caschi e bastoni, dopo aver circondato una prima macchina della municipale, che è riuscita a dileguarsi, successivamente si sono scagliati contro la seconda auto, sfondando con un casco il lunotto posteriore. Il giorno dopo la partita gli scontri al derby hanno acceso il dibattito.
Per il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Paolo Bonaiuti, “gli scontri sono dovuti ai soliti pochi noti che hanno compiuto un disastro totale”.

“Di per sé – sottolinea Bonaiuti – il derby ha due volti. Il primo è il meraviglioso spettacolo offerto dai tifosi, con le due splendide macchie di colore che si vedevano in curva Nord e in curva Sud. I tifosi hanno seguito con una passione commovente l’intera partita, tanto da rendere questo derby superiore a quello tra Milan e Inter o alle stracittadine di Rio de Janeiro. Poi purtroppo c’è la fase triste del dopo partita in cui gruppi di pochi facinorosi ne fanno di tutti i colori”.
“Ho parlato questa mattina con il ministro Maroni e il prefetto di Roma – ha dichiarato il sindaco di Roma, Gianni Alemanno – Il campionato deve andare avanti nella sua regolarità. I violenti individuati e puniti. La squadra e il tifo non hanno nessuna responsabilità in quello che è successo”. “Questa è la mia richiesta. Questo il mio giudizio – ha proseguito il sindaco di Roma – non sarò io a dover giudicare, lo farà la Lega Calcio ma, lo ripeto, è impensabile che si possa colpire la città di Roma e lo stadio per quello che è accaduto”.

A commentare la giornata anche lo stesso presidente della Lega Calcio, Maurizio Beretta. “Ieri non è andata molto bene, ci sono stati episodi anche gravi, ma non è giusto dire che il campionato sia ostaggio dei violenti” ha rimarcato Beretta.
Per Beretta, i violenti sono “un fenomeno di minoranza, totalmente slegato dalla parte sana del tifo, che resta la maggioranza. E’ un problema di ordine pubblico e delinquenza comune, senza contare che la maggior parte degli episodi accadono ormai fuori dallo stadio”. “Stiamo lavorando su due fronti chiave – spiega il presidente della Lega Calcio – La ‘tessera del tifoso’ sarà lo strumento capace di consentire a chi ama veramente il calcio una maggiore facilità nell’accesso allo stadio. L’altro meccanismo è la persecuzione di queste frange violente, molto spesso a contatto con la criminalità comune, protagonisti di azioni ricattatorie contro la stessa società di cui dicono di essere dei sostenitori”.