Intercettazioni, Di Pietro: “Proibite? Noi le leggiamo in aula”

ROMA – A mali estremi, estremi rimedi. Non potendo bloccare la legge che limita fortemente le intercettazioni, l’Idv di Antonio Di Pietro gioca di fantasia. Il ddl del governo vieta la pubblicazione sui giornali? L’Idv le leggerà in Aula.
– Le nuove restrizioni – afferma Di Pietro – servono soltanto ai criminali e così, ogni volta che ci sarà un’intercettazione regolarmente depositata e a disposizione delle parti, al termine della seduta d’Aula (alla Camera o al Senato) si alzerà un parlamentare dell’Idv e la leggerà – dice l’ex pm.
Un modo, questo, che comporterà l’inserimento delle intercettazioni nel resoconto parlamentare e la loro conseguente pubblicazione. Senza conseguenze penali per il cronista.
– I giornalisti dovranno riferire non più di intercettazioni, ma di resoconti parlamentari. Visto che è reato anche registrare se stessi, vorrei dare un consiglio ai giornalisti: buttate via tutti i registratori, perché d’ora in poi rischiate fino a quattro anni.

Di fronte al ddl presentato dal Governo in merito alle intercettazioni è insorto anche l’Ordine dei Giornalisti.
– Gli emendamenti presentati dal governo al ddl sulle intercettazioni – ha dichiarato il presidente Lorenzo Del Boca – rappresentano una vera e propria norma restrittiva di un diritto costituzionale e ledono il diritto dei cittadini all’informazione. E’ sufficiente l’autoregolamentazione dei giornalisti mentre il ddl rischia di far fare troppi passi indietro ai giornalisti e alla libertà di stampa che rappresentano.
Contrario anche il sindacato delle toghe che ribadisce la sua contrarietà alle nuove norme.
– Il ddl – si legge in un documento diffuso dall’Anm – rischia di vanificare, soprattutto per i reati di mafia e di criminalità organizzata, la possibilità di utilizzare un fondamentale e insostituibile strumento d’indagine. Pur accogliendo in parte alcune osservazioni formulate dall’Anm, non modificano gli insuperabili aspetti di criticità dell’impianto complessivo della riforma.

La FNSI, la Federazione Nazionale Stampa Italiana, ha comunicato che scenderà in piazza il 28 aprile davanti al Senato, facendo “appello alla società civile a far sentire la propria voce e sostenere le iniziative contro ogni proposta liberticida”.
Se la maggior parte dei giornalisti e dei sindacati è contrario agli emendamenti presentati al ddl intercettazioni, c’è una voce che si leva fuori dal coro. È quella del direttore del Tg4, Emilio Fede, che inveisce contro intercettazioni e giornalisti, sottolineando che “il provvedimento del governo non mette alcun bavaglio alla stampa.”