Il Popolo della Libertà prova a ritrovare la giusta direzione

Preoccupazione e polemiche all’interno del Pdl dopo la presa di posizione di Fini che rivendica il diritto al dissenso interno e ha dato il via alla creazione di una corrente di minoranza all’interno del Pdl. Alla vigilia della direzione nazionale, dove parleranno sia Fini che Berlusconi e si scopriranno le carte, il Pdl è in piena fibrillazione.

Ignazio La Russa afferma che “nessuno può impedire che nasca una corrente minoritaria fortemente contestatrice, che crei problemi alla vita del partito e al governo. Possiamo solo auspicare che questo non avvenga”. “Ho provato fino in fondo ad evitare questa spaccatura”, dice il sindaco di Roma Alemanno, “non dispero che si trovi una soluzione da qui a giovedì, ma di fronte alle scelte non ci si può tirare
indietro”.

Preoccupazione espressa anche da Paolo Bonaiuti: “Sono un po’ preoccupato – dice – Non ho perso il vecchio vizio di fare il giornalista e la mattina mi metto sempre a chiacchierare con la gente quando
vado a prendere il caffè o a comprare i giornali. Tutti, anche attraverso internet, mi dicono che sono rimasti perplessi e stupiti per la situazione interna al Pdl”. Deciso nel difendere l’unità del Pdl Gianfranco Rotondi, secondo il quale “tutti hanno il diritto di scendere, ma il treno berlusconiano correrà ancora per anni perché lo vogliono gli italiani, come hanno dimostrato le elezioni regionali”.

“Francamente – dice Cicchitto – non sono convincenti le dure polemiche di questi giorni e, adesso, il documento di differenziazione del presidente
Fini e dei cinquanta parlamentari dopo una netta vittoria elettorale del centrodestra, della maggioranza,
del governo. I temi indicati – rapporti con la Lega, politica economica, Sud – potevano benissimo essere
oggetto di una riflessione unitaria nel Pdl”.

Il clima di tensione è ben espresso dalla sortita di Alessandra
Mussolini, che se la prende con il finiano ‘doc’ Italo Bocchino: “Se fossi al posto di Berlusconi – dice Mussolini
– farei fare ad Italo Bocchino la stessa fine di Anna Bolena: decapitata”. “A questo punto – ha aggiunto –
Bocchino è un capocorrente, quindi che senso ha che sia nostro vicecapogruppo?”. L’opposizione, con in
testa Pier Luigi Bersani, per ora sta alla finestra. “Vedo problemi che si possono magari aggiustare, se lo
vedranno loro, ma la crisi non si risolve”. Nel centrodestra – sottolinea il segretario del Pd – “ci sono problemi
di fondo: in venti mesi il governo con 30 voti di fiducia e 50 decreti ha imprigionato il Parlamento e l’opposizione, ma anche la sua maggioranza. E quelli della maggioranza lo sanno e sanno che nel
Paese ci sono grandi problemi per giovani, precari, redditi delle famiglie e questa crisi non finirà domattina”.