Alfano: “Garantiremo una giustizia di qualità”

La riforma dell’accesso alla professione forense per il ministro della Giustizia Angelino Alfano “è solo la prima”
di un processo di riordino di tutte le professioni che il governo ha intrapreso e trae origine dalla volontà di
“rimediare ad un errore di fondo del precedente governo” che “ha contrapposto l’interesse del cittadino consumatore a quello del professionista”.

Nel suo intervento nell’aula del Senato Alfano ha ricordato gli obiettivi principali di questa riforma: la necessità di “garantire la qualità del prodotto professionale, la tutela della dignità dei professionisti, la garanzia di un futuro dignitoso ai giovani meritevoli, oltre che il rispetto
degli impegni comunitari”.

Su uno dei temi più controversi della riforma, ossia la reintroduzione dei minimi
tariffari, il ministro ha sottolineato che la loro eliminazione da parte del governo Prodi “non ha portato a nessun beneficio per i consumatori ma ha arrecato solo un danno ai professionisti”. Le tariffe, però, ha ricordato il ministro, devono essere “semplici, eque e comprensibili ai cittadini e non possono essere un labirinto”. “Certo in teoria siamo tutti favorevoli alla tariffa più bassa – ha proseguito Alfano- ma a questo
non può corrispondere un più basso livello di formazione professionale” perché “l’avvocatura è una vocazione” e non può essere un ripiego, la strada per i laureati in giurisprudenza che non trovano altri sbocchi.