Amsterdam, la regina della bici

MILANO – Il Giro del 2010 parte da Amsterdam. Non una ma tre volte: la prima tappa, sabato 7 maggio, una crono di 8,4 chilometri, per corridori veloci come il vento; la seconda, domenica 8, da Amsterdam a Utrecht, 209 chilometri, per i velocisti e per il vento; e anche la terza, lunedì 9, da Amsterdam a Middelburg, altri 209 chilometri, stavolta per il vento e per i velocisti. Non sarà la prima, ma la nona volta che il Giro d’Italia non parte dall’Italia. La prima è successa a San Marino, nel 1965. La seconda a Montecarlo, nel senso del Principato di Monaco, nel 1966. Quindi nel 1973 a Verviers, Belgio, nel 1974 a Città del Vaticano, nel 1996 ad Atene, Grecia, nel 1998 a Nizza, Francia, nel 2002 a Groningen, Olanda, e nel 2006 a Seraing, ancora Belgio. Invece, finora, il Giro d’Italia si è sempre concluso in Italia. Ma prima o poi, non si sa mai.


Amsterdam, a mappa, sarebbe più da canoa e canottaggio che da ciclismo, invece, a occhio, è il regno del ciclismo. Tanto per capirsi: 800 mila abitanti, un milione e mezzo di bici, non tutte circolanti, e comunque non tutte circolanti contemporaneamente altrimenti i conti non tornerebbero. Comunque la bici è regina della strada. Non c’è strada che non abbia pista ciclabile. Semmai c’è qualche pista ciclabile che non ha strada. Le regole – precedenza assoluta alle biciclette, un po’ come in Italia succede per i tram – sono insegnate e imparate, tramandate e assimilate, sentite e rispettate da generazioni. E finisce che i ciclisti di Amsterdam si sentano così padroni, addirittura in regime di monopolio, da non comportarsi sempre in modo urbano. Il destino dei pedoni italiani: asfaltati dalle macchine in patria, mangiati dalle “dame” a due ruote olandesi. Quasi un anno fa Amsterdam ha formato un comitato organizzatore per il Giro. Dieci persone a tempo pieno, più collaboratori e volontari.


La città si colorerà di rosa. Rosa come cinque velo-taxi, rosa come un tram, rosa come un milione di tulipani piantati per l’occasione, rosa come i murales. Un carnevale fuori stagione. L’hanno battezzato “Giromania!”. Si comincia il primo maggio con un festival di musica italiana in un locale mitico, il Paradiso, nel tempio della musica jazz Het Bimhuis e in altre sale da concerto; con una fiera gastronomica in piazza Nieuwmarkt per il meglio del mangiare e del bere italiano; con la mostra “Italianisanten” al Rijksmuseum, ispirata a pittori olandesi del XVII secolo con tema il paesaggio italiano, e con una esposizione di quattro Madonne italiane; con la mostra fotografica “Il Giro racconta”; con incontri di letteratura sportiva e con proiezioni cinematografiche sul tema della bicicletta.

E per finire, una biciclettata pazza, la “Crazy Bikeride”, domenica 9 maggio, aperta a tutti. Per prendere il via, basta indossare o sventolare o pedalare su qualcosa di rosa. Fosse anche una rosa. Purché rosa. Ah, dimenticavamo. Sapete perché quest’anno il Giro parte da Amsterdam, il Tour da Rotterdam e la Vuelta da Assen? Nessun anniversario. Solo che l’Olanda sente il bisogno di incrementare il numero di chi va in bici. E noi? Marco Pastonesi