Torna il prete ribelle: “Non sono pentito”

FIRENZE – ‘’Non sono pentito’’. Don Alessandro Santoro, il parroco sospeso dal suo incarico nell’ottobre scorso per aver celebrato il matrimonio tra Sandra Alvino, donna nata uomo, e Fortunato Talotta, è tornato a dir messa nella sua comunità. Ma ha detto chiaramente di non essere pentito del gesto che compiuto sei mesi fa.


Una dichiarazione inaspettata, che ha colto di sorpresa lo stesso arcivescovo di Firenze: monsignor Giuseppe Betori, infatti, solo tre giorni fa aveva concesso a don Santoro di tornare al quartiere fiorentino delle Piagge, dopo che il parroco aveva scritto una lettera di pentimento.
Monsignor Betori aveva fatto prestare giuramento solenne davanti al Vangelo al prete, che prometteva obbedienza al Papa, alla Chiesa e al vescovo.
Invece, don Santoro sembrerebbe non aver rispettato i patti.
– Non ci si può pentire – ha detto alla messa – per qualcosa che si vive per amore, perché c’è amore. La parola pentimento, in quella lettera che il vescovo mi ha chiesto di scrivere, non c’è. C’è il dispiacere di essersi reso conto che quello che abbiamo vissuto con Sandra era troppo piu in là per essere oggi accolto da questa chiesa chiusa, arroccata dentro una fortezza inaccessibile.


Don Santoro, oltre a dichiararsi non pentito, ha omesso di leggere la ‘’Lettera ai fedeli delle Piagge’’ consegnatagli dall’arcivescovo con l’indicazione di leggerla alla sua prima messa dopo i fatti del 25 ottobre.


Alla messa, durata oltre due ore, erano presenti circa 300 fedeli: fra di loro anche Sandra Alvino e Fortunato Talotta. Il loro matrimonio religioso, ovviamente, non è valido, in quanto per la Chiesa cattolica la Alvino è e resta un uomo, a norma di diritto canonico.