Riforme condivise “La sfida è ora”

ROMA – “La sfida è ora” perché l’Italia ha bisogno di riforme e non si può e non si deve attendere oltre: Silvio Berlusconi si dice convinto della necessità di modernizzare il Paese e, in occasione dell’anniversario della Liberazione, lancia via videomessaggio un appello a tutte le forze affinché “le differenze politiche” siano messe da parte e si possa scrivere insieme una “pagina nuova” della storia nazionale.

Parole che almeno sulla carta sembrano in sintonia con quelle che poco dopo pronuncia Gianfranco Fini. Il presidente della Camera assicura di non avere alcuna intenzione di far venire meno l’appoggio al governo portando il Paese a elezioni anticipate.

Se per la declinazione concreta servirà il confronto sulle ‘carte’, l’agenda del Pdl nei suoi macro capitoli è comunque chiara: occorre “rinnovare la seconda parte della Costituzione – afferma Berlusconi – per definire l’architettura di uno Stato moderno, più vicino al popolo sulla base del federalismo, uno Stato piu’ efficiente nelle istituzioni, nell’azione di governo e più equo nell’amministrazione di una giustizia veramente giusta”.

Tre grandi capitoli sui quali e’ pronto a ragionare anche Fini che pero’ non vuole soluzioni preconfezionate ma un dibattito libero che porti a decisioni che siano frutto di un confronto dentro e fuori il Parlamento.
Ciò che è sotto gli occhi di tutti, afferma Berlusconi, è che se la Costituzione scritta dai padri della Repubblica fu “il miglior compromesso allora possibile per tutti”, dopo 65 anni la “nostra missione” è “di andare oltre quel compromesso per costruire l’Italia del futuro”. Un obiettivo che il governo vuole raggiungere “insieme a tutte le forze politiche che, come fecero i nostri padri costituenti, non rifiutano a priori il dialogo e hanno a cuore la libertà”.

Questo è stato il commento dell’europarlamentare dell’Idv Luigi de Magistris:
“Il 25 aprile è una data sacra per la Repubblica, utilizzarla per costruirsi l’immagine di statista e padre della Patria, come fatto dal presidente del Consiglio, è un tentativo goffo e inopportuno. Il discorso odierno non azzera la vera natura di Berlusconi e non depotenzia la pericolosità delle sue intenzioni: stravolgere la Costituzione, nata dal sacrificio di tanti italiani che oggi celebriamo, per introdurre presunte riforme che hanno solo l’obiettivo di garantirgli la poltrona del Quirinale, all’interno di un sistema dove il Parlamento sia azzerato”.