L’informazione all’estero messa a dura prova

ROMA – Al V Congresso della Federazione Unitaria Stampa Italiana all’Estero (Fusie), iniziato venerdì mattina nella sede romana del Cnel, hanno portato il proprio contributo anche i direttori di quattro giornali editi all’estero: Andrea Mantineo (America Oggi, Usa), Marco Basti (Tribuna Italiana, Argentina), monsignor Silvano Ridolfi (Servizio Migranti) e Silvio Forza (La Voce del Popolo, Fiume).

Nei loro interventi è emersa forte preoccupazione per il dimezzamento dei contributi deciso con effetto retroattivo al 2009 dal decreto “milleproroghe”: una decurtazione che mette a rischio la sopravvivenza di questi giornali, da tanti anni protagonisti nel mondo dell’emigrazione italiana. Preoccupazione accompagnata però anche dalla volontà di continuare ad essere attori dell’informazione in questo mondo “vitale” e in continuo cambiamento.

“America Oggi”, ha spiegato il direttore Mantineo, “è un quotidiano in lingua italiana pubblicato da 22 anni negli Stati Uniti. Viene diffuso sette giorni la settimana nelle edicole negli Stati della costa orientale degli Stati Uniti e per abbonamento negli altri Stati dell’Unione. Da parecchi anni, in base alla legge sull’editoria, America Oggi usufruisce delle provvidenze governative. Nello spirito di tale legge”, ha continuato Mantineo, “ha utilizzato tali fondi per il miglioramento della testata potenziando la redazione, aumentando la foliazione e facendo maggior uso del colore, secondo quanto richiesto dai lettori e dagli inserzionisti. Questo”, ha spiegato, “ha reso necessari investimenti importanti, come l’acquisto di una nuova sede e di una nuova rotativa, da ammortizzare nel corso di parecchi anni”.

Il direttore di America Oggi ha poi lanciato l’allarme: “in seguito alla decurtazione del 50% dei contributi stiamo vivendo una situazione finanziaria precaria che mette a rischio la sopravvivenza stessa del giornale”.

Forte preoccupazione è stata espressa anche da Marco Basti, direttore di Tribuna Italiana, secondo cui, “aldilà della crisi economico finanziaria innegabile, viviamo oggi in un momento di disimpegno da parte del Governo in particolare, e della politica italiana in generale, nei riguardi delle tematiche che hanno a che vedere con gli italiani all’estero, compresa, naturalmente, l’informazione e, specificatamente, la carta stampata”. Anche da Basti dunque, una ferma denuncia al dimezzamento dei fondi per la stampa italiana all’estero, fondi peraltro “irrisori per il bilancio dello Stato” e che “non risolvono i numeri dell’economia italiana”.

Nel suo intervento Basti ha sottolineato anche la necessità di considerare attentamente le realtà “diverse” in cui operano i giornali editi all’estero, dovute al fatto che “ogni comunità è diversa” e che in Paesi differenti ci sono realtà sociali, culturali, economiche e politiche diverse con le quali confrontarsi. “I periodici all’estero non vanno dunque giudicati esclusivamente secondo paramenti italiani”, ha detto il direttore di Tribuna Italiana.
“La stampa italiana all’estero non ha la pretesa di vivere solo grazie ai contributi dello Stato italiano, ma la chiusura di una testata sarebbe una perdita per la comunità italiana alla quale si rivolge e, in fondo, anche per l’Italia”.

Rivolgendosi a tutti gli operatori dell’informazione, giornalisti ed editori, Basti ha infine evidenziato la necessità di far capire allo Stato italiano quante possibilità possa offrire l’informazione italiana all’estero, un mondo “variegato” che ha bisogno di un’efficace politica generale.
Una Federazione della stampa italiana all’estero che si muova su una base più solida e che abbia una cassa comune più adeguata. È questa invece la necessita manifestata da monsignor Silvano Ridolfi del Servizio Migranti, secondo cui si avverte oggi una “mancanza di chiarezza” negli obiettivi della Federazione. “Le idee devono saper trovare denaro”, ha affermato il direttore annunciando di essere d’accordo a presentare una mozione unitaria contro la decurtazione dei contributi