Hamas attacca il governo egiziano “Ha ucciso col gas a sangue freddo”

Un “omicidio a sangue freddo” di cui l’Egitto è responsabile. Così fonti di Hamas, il movimento islamico radicale palestinese al potere nella Striscia di Gaza, hanno definito la morte di quattro persone avvenuta mercoledì sera in uno dei tunnel del contrabbando che collegano il sud della Striscia con il territorio
egiziano, confermando la versione secondo cui a causare la strage sarebbe stato un gas pompato giorni fa dalle forze del Cairo per rendere impraticabili le gallerie.

Le fonti hanno associato inizialmente anche a un’esplosione e a un crollo – almeno altre sei persone sono rimaste ferite. Indagini sull’accaduto sono ancora
in corso, ma il ‘ministero dell’Interno’ del governo di fatto di Hamas ha fatto sapere di considerare ormai accertato che a “causare la morte (dei quattro rimasti intrappolati sotto terra) sono stati gas tossici
spruzzati dalle forze di sicurezza egiziane in uno dei tunnel”.

Un portavoce citato da Gaza dai media della regione è andato più in là: “È stato un terribile crimine – ha detto – commesso dalla sicurezza egiziana contro semplici lavoratori palestinesi che cercavano di guadagnare il loro tozzo di pane quotidiano, un omicidio
a sangue freddo che Hamas e tutto il popolo palestinese condannano”.

I tunnel di confine vengono usati da tempo per il trasporto di armi, ma anche di merci e generi di prima necessità verso la Striscia di Gaza. Un territorio sottoposto fin dall’avvento al potere di Hamas (2007) a uno stringente blocco dei confini da parte d’Israele, cui negli ultimi mesi si è appaiato con crescente rigore anche l’Egitto: che teme le infiltrazioni
dall’enclave palestinese, ha avviato la costruzione di una barriera metallica sotterranea e – secondo fonti locali – pompa regolarmente gas lacrimogeni nella gallerie al fine di impedirvi il passaggio.