La marea nera avanza è emergenza nazionale

L’amministrazione Obama ha definito “catastrofe nazionale” l’emergenza determinata dalla marea nera nel Golfo del Messico e il presidente americano ha mobilitato tutti i “mezzi disponibili”, inclusi quelli militari,
per fronteggiarla.

Il governo americano ha detto di ritenere “responsabile” la British Petroleum per quanto accaduto. “Come affermato dal presidente e dalla legge”, ha detto Janet Napolitano, ministro dell’Interno, “dovrà risarcire i costi dell’emergenza e delle operazioni di bonifica”. Nella piattaforma della Bp affondata nel Golfo del Messico è stata scoperta una terza falla sottomarina e ora la fuoriuscita di greggio è di 5mila barili al giorno, cinque volte in più di quella che era stata precedentemente stimata.

La chiazza di petrolio, estesa lungo un fronte di 160 chilometri per 70 di ampiezza, si muove verso la Louisiana e minaccia New Orleans. I robot sottomarini non sono riusciti a tamponare le falle e non è stato risolutivo l’intervento di ieri delle squadre speciali che hanno proceduto a un “incendio controllato” di chiazze di greggio.

La chiazza di petrolio raggiungerà la costa statunitense “entro domani”, ha riferito la Guardia costiera. British Petroleum ha accettato l’aiuto offerto dal Pentagono. “Accettiamo aiuti da chiunque, non importa da dove arrivino le proposte”, ha detto alla NBC Doug Suttles, capo delle operazioni di trivellazione della Bp. Il dossier sull’emergenza in corso è arrivato sul tavolo del presidente americano, Barack Obama, che gli ha dedicato una ventina di minuti all’inizio del suo briefing allo Studio Ovale La Bp, che ha ammesso di aver trovato una terza falla a una profondità di 1.550 metri, ha contestato gli ultimi dati sulla quantità di fuoriuscita di greggio.

“C’è una leggera divergenza d’opinione”, ha detto un portavoce, confermando le stime precedenti, di una fuoriscita di mille barili al giorno. Il governatore della Louisiana, Bobby Jindal, ha dichiarato lo stato di emergenza e chiesto fondi supplementari al dipartimento per la Sicurezza interna. La chiazza è a una ventina
di chilometri dalla costa.

Come prima misura sono state posizionate 30 chilometri di barriere gonfiabili, ma Jindal ne chiede altre. L’intervento condotto ieri dalle squadre di soccorso è consistito nell’isolare porzioni della chiazza e appiccarvi fuoco. L’operazione continuerà anche nei prossimi giorni, sebbene questa procedura presenti gravi pericoli per l’ambiente. Se il greggio sarà sospinto nelle paludi della Louisiana, ripulirlo sarà praticamente impossibile: un disastro per le riserve naturali. Due cooperative di pescatori di gamberetti della Louisiana hanno intrapreso una “class action” contro i gestori della piattaforma petrolifera
e hanno chiesto danni per almeno 5 miliardi di dollari.