On.Razzi: i rapporti tra Italia e UE dopo il Trattato di Lisbona

ROMA – Antonio Razzi, deputato eletto per Idv nella ripartizione Europa, è intervenuto ieri mattina, nel corso della giornata di studio a Montecitorio concernente “I rapporti tra Italia e Unione Europea dopo il Trattato di Lisbona”, aperta dal ministro degli Esteri Franco Frattini.

Tema dell’intervento, seguito – tra gli altri della prima sessione di lavori – a quelli del vicepresidente del Partito popolare europeo, Paulo Rangel e del sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta, “Il ruolo dell’Italia nel nuovo assetto istituzionale europeo”. Presenti alla giornata anche due classi scolastiche, in rappresentanza degli studenti italiani.

Razzi ha definito la giornata “un importante momento di riflessione sullo stato del processo di integrazione europea e sul ruolo che il nostro Paese può assumere in questo ambito”.
– L’Italia, come Paese fondatore della Comunità europea e dell’Unione – ha ricordato Razzi – ha una responsabilità peculiare nell’avanzamento dell’integrazione europea, soprattutto in un fase critica come quella che – oramai da qualche anno – stiamo attraversando.

Nonostante “l’indubbio successo” costituito dall’approvazione del Trattato di Lisbona, l’esponente Idv, membro della Commissione XIV (Politiche dell’Unione Europea) alla Camera, ha segnalato, tra i problemi “la perdurante crisi di fiducia dei cittadini nella costruzione europea, che sarebbe erroneo e pericoloso considerare ora superata”.
– I cittadini europei non comprendono, non percepiscono concretamente il senso e i benefici dell’Unione – ha affermato Razzi. – Per un verso, manca un legame netto, concreto tra la vita quotidiana dei cittadini e l’attività delle istituzioni europee. Inoltre sono pochi e troppo settoriali i progetti e le iniziative identificabili direttamente come “europei” dalla generalità dei cittadini.

Per risolvere questo problema, l’esponente Idv rileva la necessità “in primo luogo di uno sforzo di comunicazione e informazione da parte delle stesse istituzioni europee e soprattutto da parte del governo. Bisogna ‘spiegare’ l’Europa ai cittadini, – aggiunge Razzi – superando le difficoltà del gergo, delle procedure e delle alchimie decisionali che spesso caratterizzano il funzionamento delle istituzioni europee”, evidenziando che il Parlamento e la Commissione di cui egli stesso è membro possono svolgere un ruolo importante a questo proposito.

Ma non basta.
– Occorre individuare contestualmente anche nuove iniziative e progetti comuni, chiaramente e inequivocabilmente identificabili come europei da qualsiasi cittadino – aggiunge Razzi, – interventi che abbiamo una ricaduta quotidiana immediatamente percepibile e apprezzabile.

In questo senso egli ricorda la proposta avanzata in più occasioni e confluita in un odg approvato a inizio legislatura, in relazione al disegno di legge di ratifica del Trattato di Lisbona: “Mi riferisco alla trasmissione televisiva in chiaro in tutto il territorio dell’Unione Europea, di eventi sportivi e altre manifestazioni o programmi di straordinario interesse popolare”.

Una trasmissione ad oggi impedita dai problemi legati all’acquisto di diritti di diffusione all’estero “che impedisce agli oltre due milioni di italiani residenti negli altri Stati dell’Unione la visione delle partite della nazionale di calcio e di altri eventi di analoga rilevanza – segnala Razzi.
– Si tratta di una barriera che fa percepire ai nostri connazionali, e lo stesso immagino che avvenga per i cittadini di altri Paesi – rileva Razzi – le frontiere nazionali come una barriera invalicabile. Barriera che annulla tutti i benefici delle libertà economiche e del mercato unico e si ripercuote sulla percezione di un senso di inutilità dell’Europa, considerata incapace di unire i suoi cittadini persino ai fini della visione di un evento sportivo.

Il deputato propone in materia che “almeno un canale televisivo per ogni Stato membro abbia diritto a trasmettere in chiaro, in tutto il territorio dell’UE, eventi sportivi di particolare rilevanza, come appunto le partite delle squadre sportive nazionali”. Una possibilità per la cui realizzazione si dichiara ottimista, visto l’interessamento in proposito già manifestato dal ministro Ronchi.
– Sono certo che il governo assumerà tutte le iniziative necessarie a questo scopo, – conclude Razzi – dimostrando come l’Europa si costruisca non in base a grandi progetti ma soprattutto partendo dal basso, dalla vita quotidiana dei cittadini.