Fini: “No alla politica fatta solo coi sondaggi”

Dopo le dure polemiche della settimana scorsa che si è conclusa con le dimissioni del vice capogruppo vicario del gruppo alla Camera, Italo Bocchino, continua il confronto interno al Pdl. In mattinata, senza entrare direttamente nel merito o citare Silvio Berlusconi, il presidente della Camera, Gianfranco Fini, è intervenuto ad un convegno per sottolineare che i sondaggi “non possono essere l’unico strumento di strategica politica”. E poche ore dopo, dal web, lancia i Circoli di Generazione Italia. “L’egemonia del presente domina il dibattito” – premette Fini – e c’è “uno schiacciamento pericoloso sull’immediato”.

Il presidente della Camera rileva inoltre che in questi anni “la cultura del sondaggio è divenuta l’unico strumento
di strategia politica”. Per uscire da questa spirale “serve innanzitutto una cultura capace di pensare alle
ricadute della politica sulla vita futura, serve una politica rinnovata e strategica. Una cultura libera dalle
politiche della paura di ciò che è nuovo, dalla paura dell’altro e dell’immobilismo”.

Quasi contemporaneamente, Fini lancia sul web anche i Circoli di Generazione Italia, la neonata
associazione dell’area a lui vicina. “Generazione Italia ha l’obiettivo primario di garantire in tutto il territorio
nazionale la presenza di tanti circoli, che siano composti da volontari”, premette. E aggiunge: “Generazione
Italia è aperta a tutti coloro che hanno una sola presunzione: avere qualche buona idea da mettere al servizio di una buona politica, per migliorare le condizioni del nostro Paese”.

Dalle colonne di Libero,
intanto, è il ministro della Difesa e coordinatore del partito, Ignazio la Russa, a prendere nuovamente le
distanze dal suo ex segretario. ‘Fini dice che la sua è la destra del futuro?’, chiede il giornalista. “La nostra è
quella del presente – replica La Russa – e con tutto il rispetto, è difficile assimilare le posizioni di Gianfranco
ad altre esperienze europee”. “Dico di più – continua – onestamente le posizioni di Fini, di FareFuturo, del Secolo d’Italia… Sì insomma, stento a chiamarla destra”. “Sono quattro anni – prosegue l’ex ‘colonnello’ di An – che mi arrampico sugli specchi per provare a coprire le differenze tra le posizioni di Gianfranco e quelle
del partito”, ma “oggi non sono più obbligato a rincorrere Gianfranco per tenere unita An. Rimango fedele all’identità, quella della nostra destra, e al progetto del partito unico”.

E mentre sono ancora calde le polemiche sollevate dai quotidiani vicini al centrodestra sulle attività imprenditoriali della moglie di Bocchino e
della suocera di Fini, le distanze dei ‘finiani’ dalla maggioranza del partito si riverberano anche sul ‘caso
Scajolà: se la gran parte dei vertici del Pdl difende il ministro, Fabio Granata, uomo vicino al presidente
della Camera chiede che Scajola “faccia un passo indietro, per il bene del Paese e della maggioranza
stessa”, afferma”.