Appalti in Sardegna, indagato Verdini

Denis Verdini, uno dei coordinatori nazionali del Pdl, è indagato dalla procura di Roma per corruzione nell’ambito dell’inchiesta riguardante un presunto comitato d’affari che si sarebbe occupato, in maniera illecita, di appalti pubblici, in particolare i progetti sull’eolico in Sardegna. Martedì, a Firenze, è stato perquisito il Credito Cooperativo Fiorentino, istituto bancario presieduto da Verdini.

Gli investigatori inviati dal procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e dal sostituto Rodolfo Sabelli erano alla ricerca del passaggio di un certo numero di assegni dei quali gli inquirenti intendono accertare la provenienza e la destinazione. In procura c’è un grande riserbo sulla natura delle indagini in corso. Gli accertamenti su quello che si ritiene essere stato un giro di appoggi e di promesse per favorire alcuni imprenditori sono stati avviati nel 2008 nel quadro di un’altra indagine avviata dalla Direzione distrettuale antimafia.

Oltre a Verdini sono indagati, tutti per concorso in corruzione, anche l’uomo d’affari Flavio Carboni, il costruttore Arcangelo Martino, il consigliere provinciale di Iglesias Pinello Cossu, il direttore generale dell’Arpa della Sardegna Ignazio Farris, e un magistrato tributario, Pasquale Lombardi. “Di fronte a una serie di notizie interessate che cercano di infangare la sua reputazione” Denis Verdini “ribadisce la sua totale estraneità a ogni ipotesi di comportamenti penalmente o anche moralmente rilevanti e continua a essere disponibile, com’è suo costume, a favorire nelle sedi opportune il pronto accertamento della verità da parte della giustizia, che metta nel nulla tutta una serie di illazioni, falsità e costruzioni giornalistiche”.

Secondo Verdini “l’abitudine, ormai invalsa, di sistematiche violazioni del segreto istruttorio per colpire determinati soggetti politici attraverso pirotecnici, fantasiosi e incontrollati – e per questo parziali e ‘pilotatì – processi mediatici che, prescindendo da ogni serio accertamento, cercano di emettere sentenze precostituite, non è più sopportabile”. Contro di esse, Verdini dichiara di “volersi battere fino in fondo in tutte le sedi, convinto della propria totale trasparenza”.