Storace condannato, pronto ad andare in carcere

ROMA – Responsabile dell’incursione illecita nel sistema informatico del comune di Roma, tra il 9 e 10 marzo del 2005, un’azione delittuosa che puntava ad interferire sul regolare svolgimento delle elezioni regionali e, in particolare, a penalizzare il movimento Alternativa Sociale guidato da Alessandra Mussolini. Per questo Francesco Storace ieri, al termine di un processo durato circa tre anni, è stato condannato ad 1 anno e 6 mesi di reclusione.


L’allora governatore del Lazio (ndr era presidente della regione all’epoca dell’illecito, ma ministro della Salute al momento dell’avvio dell’inchiesta, carica da cui si dimise) è stato giudicato ‘’promotore o istigatore’’ di questa iniziativa. Con lui, il giudice monocratico della IV sezione del Tribunale di Roma, ha condannato altre sette persone coinvolte, a vario titolo, nel Laziogate. Per tutti la pena è sospesa.


L’incursione, secondo quanto ricostruito dai magistrati capitolini, fu effettuata materialmente dal suo ex portavoce Nicolò Accame, condannato a due anni di reclusione, dall’ex direttore di Laziomatica (ora Lait Spa), Mirko Maceri, condannato ad un anno di reclusione, così come Nicola Santoro, un militante di An. Gli altri reati contestati, a vario titolo, sono quelli di concorso in accesso abusivo in un sistema informatico, di interferenza illecita nella vita privata e favoreggiamento personale.


La sentenza ha suscitato reazioni politiche. Il sindaco di Roma, Gianni Alemanno si augura una sentenza diversa in appello mentre Alessandra Mussolini ha affermato ‘che la giustizia ha lavorato bene, «avevo ragione io, peccato che non si farà neppure un giorno di prigione’’. Dal canto suo Storace, che era presente in aula al momento della sentenza, dopo aver in modo ironico fatto i ‘’complimenti alla giustizia italiana’’ si è detto pronto ad andare in carcere senza avvalersi di ‘’alcun beneficio o dell’indulto’’ non escludendo le dimissioni (è attualmente consigliere regionale del Lazio).