Finiti i bei tempi, la celeste rincorre le glorie passate

CARACAS – La nazionale uruguaiana non arriva tra le favorite dei bookmakers nel mondiale sudafricano. Questo nonostante possa vantarsi di due vittorie ai mondiali: in casa nel 1930 e nel 1950, dove ha battuto niente meno che il Brasile nel Maracaná di Rio. La celeste ha anche nel suo palmeres vittorie alle Olimpiadi e nella Copa América.


Con il passare degli anni, i charrúas hanno avuto grandi giocatori, ma non sono riusciti a sfondare nelle qualificazioni e nei mondiali. Adesso arrivano in Sudafrica senza favoritismo, ma cercheranno ugualmente di dare il massimo per superare il turno. Dovranno quindi sfidare nell’ordine: Francia (11 giugno alle 14.00), Sudafrica (il 16 giugno alle 14.00) ed infine il Messico (il 22 giugno alle 9.30). Se i charrúas supereranno il turno potrebbero arrivare a sfidare l’Argentina ed in Sudafrica potrebbe viversi un “Clasico de la Plata”.
Il paese sudamericano ha uno dei palmares più prestigiosi del calcio mondiale: nella sua bachecha vi sono 2 Coppe del mondo, 14 Coppe America (record insieme all’Argentina), 2 medaglie d’oro olimpiche e il Mundialito disputato a Montevideo nel 1981. Nell’unica Confederations Cup a cui ha partecipato, nel 1997, ha concluso al quarto posto.

Anche se i tempi d’oro sono passati da un bel pezzo, nei libri dei ricordi sono rimaste le foto delle vittorie nei mondiali del ’30 e del ’50; delle olimpiadi del ’24 e del ’28, della Coppa America che da più di un decennio la celeste non vince (nell’ultima edizione i ‘charruas’ hanno sfiorato la finale).
In Uruguay, poco più di 3 milioni di abitanti, si dice che la metà della popolazione guardi il calcio e l’altra metà lo pratichi.


Con l’obbiettivo di migliorare quest’immagine è stato chiamato Oscar Tabárez, vecchia conoscenza della nostra serie A (ha allenato Milan e Cagliari). Tabárez è stato allenatore dell’Uruguay nel ’90, anno in cui fu elminato nei quarti dall’Italia per 2-0.
I ‘charruas’ hanno un mix tra giocatori giovani e veterani, che hanno nelle vene il vizio del gol sopratutto nelle occasioni importanti. Forlan e Suarez sono gli incaricati di mantenere vive le speranze dei sudamericani e di migliorare le ultime prestazioni.


La squadra di Tabárez è arrivata in Sudafrica attraverso i playoff, durante i quali ha affrontato la Costa Rica (terza classificata della Concacaf), dopo essere arrivata quinta nelle qualificazioni della Conmebol. La qualificazione è stata presa tanto dai tifosi come dallo staff tecnico come il primo scalino verso la gloria finale.

IL CT

Tabárez: il condottiero dei “charrúas”

Oscar Washington Tabárez (Montevideo, 3 marzo 1947) è l’attuale commissario tecnico della Nazionale uruguaiana, conosciuto in Italia per aver allenato il Milan e il Cagliari.
Dopo una vasta esperienza in Sudamerica, dove allena le giovanili del Bella Vista prima e della nazionale juniores poi, diventa allenatore di squadre di alto livello nel campionato uruguaiano (Danubio, Montevideo Wanderers e Peñarol) e, per un biennio, della Nazionale maggiore. Con questa, Tabarez prende parte ai Mondiali di Italia ‘90.

Nell’autunno del 1991 varca i confini uruguaiani e per due anni allena il Boca Juniors in Argentina (centrando la vittoria del titolo nella stagione ’92-‘93, dopo un ottimo secondo posto l’anno precedente), ma la vera consacrazione arriverà nella stagione ’93-‘94, quando guida i gli aurinegros del Peñarol alla conquista del titolo uruguaiano.
Nell’estate del 1994 inizia “l’avventura italiana” (intervallata da un mesto 18° posto con l’Oviedo, in Spagna), avventura che segnerà il declino della sua carriera di allenatore. Nella stagione ’94-‘95 diventa il mister del Cagliari, condotto ad un discreto 9° posto in classifica.

Nell’estate ‘96 il grande salto: assume la guida tecnica del Milan, tra le perplessità della stampa e dei tifosi rossoneri. L’esperienza, però, dura poco. La squadra, infatti, delude sin dalla sconfitta estiva a San Siro contro la Fiorentina che costa ai rossoneri la Supercoppa Italiana. All’undicesima giornata, il 1º dicembre, l’allenatore uruguaiano è esonerato dopo la sconfitta esterna contro il Piacenza (3-2). È sostituito dallo storico Arrigo Sacchi, il quale non riuscirà ad evitare un piazzamento finale in campionato molto al di sotto delle attese.

Nella stagione ’99-2000 ritorna in Serie A ad allenare il Cagliari, ma è esonerato dopo 3 sconfitte ed un pareggio. Dal 2006 è il commissario tecnico della Nazionale uruguaiana dopo l’esperienza del biennio 1988-1990 (quando ha preso parte alla spedizione che giocò e perse contro gli azzurri, nel mondiale disputato in Italia).

LA STELLA

La saetta di Montevideo

Diego Martín Forlán Corazo nasce a Montevideo il 19 maggio del 1979. Di ruolo fa l’attaccante ed è in forza all’Atlético Madrid.
Nonostante sia figlio e nipote d’arte – suo padre giocò anche per la nazionale uruguayana che partecipò ai mondiali del 1974, disputatosi in Germania – Fórlan inizia la sua carriera sportiva come tennista. Presto però inizia a dedicarsi al calcio ed a militare in alcuni club sudamericani fra cui l’Independiente (dove aveva giocato anche il nonno) prima di passare, a gennaio 2002, al Manchester United.
Segna il suo primo gol con la maglia dei Red Devils dopo 8 mesi e 27 gare, arrivando ad un totale di 17 (spesso però importanti) in 95 gare allo United. Lascia la squadra nel 2004 con l’arrivo di Wayne Rooney, passando al Villarreal nonostante avesse espresso il desiderio di giocare per l’Athletic Bilbao, sua squadra del cuore.

Mostra grandi doti realizzative nella stagione 2004-2005 quando vince il trofeo di Pichichi (capocannoniere della Liga spagnola) con 25 reti che permettono l’ammissione della squadra alla Champions League. In quell’anno vince anche la Scarpa d’oro, dividendo il trofeo con il calciatore francese Thierry Henry. È uno dei protagonisti della cavalcata in Champions League nella stagione 2005-2006 (eliminato in semifinale contro l’Arsenal). Nella stagione 2006-2007 segna 19 reti in 26 partite arrivando quarto nella classifica marcatori.
Poi passa all’Atletico Madrid per la stagione 2007-2008 nella quale segna 16 reti. Nella stagione 2008-2009 realizza 32 reti nella Liga e si laurea nuevamente Pichichi; viene premiato anche con la Scarpa d’oro vincendola cosi per la seconda volta, come poche volte è successo nella storia di questo trofeo. Il 9 settembre 2009 l’Atletico Madrid ufficializza il prolungamento del contratto della punta uruguyana con i Colchoneros fino al 30 giugno 2013.

Con la nazionale ha debuttato nel marzo 2002 contro l’Arabia Saudita. Ha partecipato ai Mondiali 2002 , alla Coppa America 2004 e alla Coppa America 2007.
Nell’edizione del mondiale nippo-coreano, Forlan – insieme a Djorkaeff – si è reso protagonista di una singolare gara, dato che nel mondiale del ’66, in Cile, i papà dei due calciatori si sfidarono in campo in una sfida Francia-Uruguay.

TESTA A TESTA

Italia-Uruguay: i precedenti

Bilancio: partite giocate 6, vittorie Italia 2, pareggi 2, vittorie Uruguay 2. Reti segnate dall’Italia 5, reti segnate dall’Uruguay 5.

24-06-1990 Coppa Mondiale Italia –Uruguay 2-0

21-04-1989 Amichevole Italia-Uruguay 0-0

03-01-1981 Copa de Oro Urugauy-italia 2-0

15-03-1980 Amichevole Italia-Uruguay 1-0

05-06-1970 Coppa Mondiale Uruguay –Italia 0-0

7-05-1928 Olimpiadi Uruguay-Italia 3-2