Berlusconi: «E’ un complotto» Bossi e Fini: «Nessuna congiura»

ROMA – Mentre Silvio Berlusconi ottiene dal capo dello Stato, Giorgio Napolitano, l’interim del ministero per lo Sviluppo Economico, nella maggioranza esplode un nuovo scontro fra il premier e il presidente della
Camera. Gianfranco Fini, dai microfoni di SkyTg24, attacca senza remore il presidente del Consiglio.

Prima denuncia ‘’l’evidente conflitto di interessi’’ dell’editore de ‘Il Giornale’; chiede inoltre una ‘’corsia preferenziale’’ per il ddl anti-corruzione, già bocciata dal direttivo del Pdl alla Camera; nega poi Il presidente della Camera attacca senza remore il premier e denuncia «l’evidente conflitto d’interesse» dell’editore de «Il Giornale» Berlusconi: «E’ un complotto» Bossi e Fini: «Nessuna congiura» che vi sia una ‘’congiura o un accanimento dei giudici contro l’esecutivo’’ (tesi questa peraltro avvalorata anche da Umberto Bossi,
che ancora una volta ha voluto ‘sdrammatizzare’ i toni del Cavaliere) e, dulcis in fundo, definisce le
posizioni della Lega sulle celebrazioni per i 150anni dell’Unità d’Italia ‘’minoritarie e isolate’’.

Quattro bordate che hanno come unico obiettivo il Cavaliere e la sua gestione della maggioranza e del
patto di ferro stretto con il Carroccio. Del resto, l’ex leader di An rivendica il ‘’diritto’’ ad avere opinioni
diverse in seno alla Coalizione. A dire la verità, a proposito dei pm, Maurizio Gasparri e Gaetano Quagliariello
negano con forza che il Cavaliere, nel corso della cena dell’altra sera con alcuni senatori, abbia mai parlato di ‘’congiura o di qualcosa di simile’’.

In effetti, almeno stando al resoconto di diversi presenti, Berlusconi avrebbe sì affrontato la vicenda di Claudio Scajola, ma solo per dire che le dimissioni erano ormai ‘’inevitabili’’, visto che la sua posizione era difficilmente difendibile, soprattutto dalla poltrona di un ministero.
Ciò non toglie che il premier, come ha lui stesso ripetuto ai più stretti collaboratori anche nelle ultime
ore, sia preoccupato per quello che considera un ‘’attacco concentrico’’ da parte di alcuni pm alla
maggioranza e al governo.

Cosa diversa, si sottolinea nel suo entourage, dalla ‘’congiura che presuppone
un disegno architettato da uno o più cervelli’’. Il timore del premier sarebbe diverso: e cioè che alcuni
‘’magistrati politicizzati’’, come li definisce lui, magari in cerca di visibilità o per ragioni politiche, si accaniscano contro il governo o gli esponenti della maggioranza celebrando, grazie alla stampa, dei ‘processi
mediatici’. Come dimostra, a suo dire, la nuova inchiesta sul coordinatore del Pdl Denis Verdini. Al di là dei sofismi, però, il dato politico rilevante è un altro: e cioè il nuovo scontro con Fini.

A tal proposito,
nel corso della cena a palazzo Grazioli Berlusconi ha detto di voler attendere le mosse del cofondatore
del Pdl, dicendosi pronto però a reagire di conseguenza. Ora dovrà decidere se rispondere colpo su colpo, o far finta di niente, reagendo solo nel caso in cui Fini si metta di traverso nell’azione del governo. Sembrerebbe orientato verso la seconda ipotesi, convinto tra l’altro che così facendo, il cofondatore del
Pdl perda solo consensi.

Il Cavaliere, pur essendo preoccupato, è tuttavia convinto di poter superare
le nuove difficoltà politico- giudiziare. In questo può contare sul sostegno della Lega, visto che Umberto
Bossi – pur concordando con Fini sul fatto che i magistrati fanno solo il loro lavoro – assicura che
il governo ‘’andrà avanti’’ comunque: ‘’lo vogliamo io e Silvio’’, scandisce. Il premier, nel frattempo,
ha solo rinviato un’altra grana: quella della sostituzione di Scajola.

A Giorgio Napolitano, col quale si è
incontrato al Quirinale, ha promesso di trovare un successore in tempi brevi, spiegando che le funzioni
delicate del dicastero e la necessità di non alterare i delicati equilibri nella maggioranza esigono cautela
nell’individuazione di un successore. Nomi il premier non ne avrebbe fatto. Ma i bookmakers del
Transatlantico continuano a dare Paolo Romani in pole position. Anche se gli appetiti della Lega potrebbero
cambiare i pronostici: Giancarlo Galan al posto di Scajola e un leghista alla guida dell’Agricoltura.