Zampognari di Scapoli, un suono che commuove i molisani

CARACAS – Dal piccolo paesello di Scapoli, tra gli angoli più straordinari e meno conosciuti della montagna molisana, quattro zampognari iserniani sono arrivati sino in Venezuela, per allietare le giornate dei connazionali sparsi nelle città di Caracas, Maracay e Valencia.

Emanuele Rufo (23) con la sua zampogna, Alessandro Casparro (38) alla ciaramella, Antonio Izzi (42) al tamburello e Gianluigi Di Fiore (26) alla zampogna e all’organetto, contribuiscono con questa iniziativa a rendere merito alla cultura tipica del loro paese d’origine, famoso in tutto il mondo per essere la patria delle zampogne, ed a diffondere una tradizione preziosa legata soprattutto all’avvento del Natale.

Il tour dei quattro musicisti, che in passato sono stati in Argentina, negli Stati Uniti ed in diversi paesi europei, è stato voluto e promosso dal responsabile dei Molisani nel Mondo Teresio Onorato, dal Presidente della Regione Molise, l’On. Michele Iorio, dalla presidente dell’Associazione Abruzzesi e Molisani in Venezuela Tina Di Battista, dal presidente della Federazione abruzzese-molisana, Nicola Francischiello e dal Presidente dell’Associazione Abruzzesi e Molisani di Caracas, Luigi Colasurdo.
– Il presidente regionale si è dimostrato particolamente sensibile – spiega alla ‘Voce’ lo zampognaro Gianluigi Di Fiore – e ha voluto, con questa iniziativa, far sentire un po’ a casa tutti i molisani in giro per il mondo.
Come gli antichi pastori che accompagnavano i loro spostamenti periodici con le note delle loro zampogne, anche questi musicisti portano dentro di loro una tra le più caratteristiche culture popolari italiane. L’hanno condivisa suonando al Centro Italiano-venezolano e alla Casa d’Italia di Caracas, alla Chiesa di Santa Maria Pompei, alla Casa di Riposo Villa Pompei, la porteranno a Maracay, poi a Valencia.

Nel repertorio degli zampognari, che in patria accompagnano il loro strumento principe anche con suoni lontani e moderni, come quelli della chitarra o del basso acustici, i brani popolari tipici della Regione ma anche quelli della tradizione nazionale. Ecco quindi ‘La Molisana’ accanto a ‘Vola Vola’, ‘Tu scendi dalle stelle’, ‘Volare’.

Il pubblico risponde con gioia.

– L’accoglienza è stata splendida – ci dice esaltato Di Fiore –. Al centro Italiano venezolano, ad esempio, oltre all’esibizione centrale abbiamo tenuto un concertino nel parco giochi che ha fatto saltare e divertire tutti i bambini presenti, senza dimenticare la ‘entrata trionfale’ al campo di bocce, con gli anziani commossi nel riascoltare le canzoni della loro gioventù, della loro terra. O ancora – continua – lo stupore di Padre Zelindo davanti alla sua prima zampogna, o il fresco entusiasmo degli ospiti di Villa Pompei.

Come affermano i musicisti stessi, ad ogni appuntamento “la musica creava e portava con sé un’atmosfera splendida, sentita”.
– Tanti pensavano che la tradizione della zampogna fosse scomparsa – ci dice Alessandro Casparro – e si sono commossi di fronte a quel suono che non ascoltavano da quaranta o cinquant’anni.
Scopo della visita, quindi, far rivivere le magiche note di uno tra gli strumenti più tradizionali del nostro paese che, se non coltivato, rischia di scomparire. Infatti, sono solo i suonatori con le loro melodie e gli abili artigiani che si tramandano di generazione in generazione le tecniche di costruzione a tenere in vita questo fuoco che man mano si affievolisce.
– È nel nostro dna. I nostri genitori costruiscono zampogne – ci racconta Di Fiore – e noi abbiamo iniziato a suonare fin da piccoli. È qualcosa che abbiamo nel sangue, una tradizione della nostra terra che vogliamo continuare e che non possiamo permetterci di perdere.

Fortunatamente le Istituzioni non restano passive dinanzi all’ennesimo affievolimento di quello che siamo stati, di quello che siamo. Il Comune di Scapoli ha dal 2002 un suo personale “Museo della zampogna” all’interno del quale, diluiti sui tre piani di Palazzo Mancini, è possibile ammirare numerose zampogne provenienti da ogni parte del mondo e prodotte in varie epoche, strumenti a fiato di rara bellezza, oltre ad una vasta documentazione iconografica e letteraria, affascinanti foto d’epoca e la riproduzione di un’antica bottega artigiana.

Inoltre, c’è la ‘Scuola della zampogna’ e il ‘Festival Internazionale e Mostra mercato della zampogna’, quest’anno alla sua 33esima edizione. Durante la tre-giorni, il paesino di Scapoli, che conta al suo interno solo seicento abitanti, attira trenta-quaranta mila persone.
Infine, a febbraio verrà inaugurata presso il Parlamento europeo di Bruxelles la ‘Mostra permanente della zampogna’.