Borsa, l’Europa frena primi dubbi sul piano anticrisi

MILANO – Dopo l’euforia i dubbi. E’ durato lo spazio di una seduta l’entusiasmo dei mercati europei per il piano anticrisi dell’Ue a sostegno del debito pubblico degli stati più deboli e dell’euro. A fronte del cauto ottimismo di Moodys’, secondo cui il maxi-piano da 750 miliardi di euro targato Ue-Fmi ”attenua i timori sulla liquidità” disponibile in Eurolandia, sui mercati a una lettura a freddo, dopo il rally della vigilia, sono emersi gli interrogativi. Il timore è che il piano, al pari degli acquisti di titoli di Stato sul mercato da parte della Bce, possa non essere risolutivo per la crisi debitoria che affligge la regione e che con gli interventi varati l’altro ieri si vada in realtà ad aggiungere altro debito.

Euro debole e corsa all’oro sono allora gli elementi che sembrano confermare le perplessità degli investitori. A fronte di un andamento fiacco a Wall Street, i listini europei hanno così seguito il trend già indicato in mattinata dell’Asia e del Pacifico, incassando perdite intorno al punto percentuale. Sotto pressione i listini dei Paesi più a rischio. E’ il caso di Madrid (-3,32%), di Lisbona (-2,2%), di Dublino (-1,2%) e soprattutto di Atene (-3,19%), dove hanno pesato in particolare i bancari. Positive invece Zurigo (+0,42%) e Francoforte (+0,33%), meno reattive rispetto alle altre piazze europee al piano salva-euro.


Le vendite si sono concentrate proprio sul comparto del credito, mentre hanno retto l’impatto dei realizzi, peraltro attesi dagli operatori, le auto, l’industria e l’alimentare. In calo le telecomunicazioni, più cauti gli assicurativi. Maglia nera dell’indice paneuropeo Stoxx 600 è stata Telefonica (-7,33%), che, nonostante la raccomandazione ‘hold’ (tenere) di Berenberg, che prima indicava di cedere il titolo, ha scontato l’offerta da 5,7 miliardi di euro al partner portoghese Portugal Telecom (-2,05%) per rilevare la quota ancora posseduta in Vivo Partecipacoes.

Sotto pressione, con i dubbi sulla reale efficacia del piano dell’Ue, i bancari ellenici Efg (-6,49%), Bank of Greece (-5,9%), National Bank of Greece (-5,76%) e Piraeus (-4,44%). Sempre in area Pigs ha sofferto il Banco Comercial Portuguese (-4,95%), mentre la belga Ageas, già Fortis, ha ceduto il 4,47%, scontando una esposizione nell’area superiore a 7 miliardi di euro. Sotto tiro anche Banco Popular Espanol (-4,42%), Santander (-3,33%) e Bbva (-3,06%) a Madrid, mentre Irish Bank ha ceduto il 4,21% sulla piazza di Dublino. Vendite sulle materie prime, penalizzate dall’asta dei metalli di Londra, che ha chiuso in ribasso. In campo alimentare gli acquisti hanno premiato Coca Cola Hellenic (+2,65%), Nestlè (+2,23%) e Carlsberg (+2,1%), grazie al trimestre migliore delle attese. Bene tra gli industriali Babcock (+5,57%), che ha visto crescere l’utile d’esercizio del 47% a 106 milioni di sterline. Sotto pressione a Francoforte SolarWorld (-7,32%), dopo i risultati trimestrali.