Le proposte di Bruselles, tutti «Sorvegliati speciali»

BRUXELLES -Questa – dopo il varo del piano salva-Grecia e del maxi-piano per stabilizzare la zona euro – la strada che la Ue si appresta ad imboccare. Con una svolta ‘rigorista’ del Patto europeo di stabilità e di crescita annunciata dai leader dell’Eurozona e che oggi compirà i sui primi passi con la presentazione di una proposta della Commissione Ue.

La proposta – che secondo Bruxelles può essere realizzata senza modifiche dei Trattati Ue – prevede: di rafforzare la vigilanza preventiva sulle manovre di bilancio e sulle riforme strutturali degli Stati membri; di rendere vincolante il parametro sul debito pubblico oltre a quello sul defict; di sanzionare i Paesi poco virtuosi; di creare un meccanismo permanente di risoluzione delle crisi e di potenziare il controllo di Eurostat sulla veridicità delle statistiche nazionali.

– Controllo sulla stesura delle manovre e le riforme – Il cuore della riforma è quello del rafforzamento del controllo preventivo sulle politiche economiche e di bilancio degli Stati membri. La Commissione Ue propone in particolare di introdurre, a partire dal 2011, un ”Semestre europeo” all’inizio del quale il consiglio Ecofin – sulla base della situazione economica complessiva e dello stato delle finanze pubbliche dei singoli Paesi – detta le linee guida strategiche da seguire per preparare i Programmi di Stabilità e Programmi nazionali per le riforme. Programmi che saranno vagliati da Bruxelles e i cui contenuti, una volta approvati dall’Ecofin, dovranno essere riflessi nelle Finanziarie. Ulteriori raccomandazioni dell’Ecofin interverrano, poi, quando le manovre di bilancio e le riforme strutturali sono ancora ”in fase preparatoria”.

– Debito «Sorvegliato speciale» – Per quel che riguarda il braccio correttivo del Patto Ue, la Commissione Ue propone di dare un carattere vincolante anche al parametro del debito pubblico. Dunque, per uno Stato con deficit eccessivo e con un debito sopra il 60% non basterà più riportare il disavanzo sotto il 3%. Ma la chiusura della procedura Ue di infrazione dipenderà anche dalla valutazione che la Commissione e il Consiglio Ue daranno sul piano di rientro del debito e sulla sua effettiva attuazione.

– Sanzioni sull’uso di Fondi Ue – Capitolo sanzioni. Bruxelles punta su un uso ‘condizionato’ dei fondi strutturali e di coesione della Ue. In pratica, le risorse comunitarie devono essere maggiormente utilizzate come ”incentivi” per sostenere gli sforzi dei Paesi impegnati nel risanamento dei propri conti. Ma ”in caso di politiche di bilancio inadeguate” da parte di un Paese, la Ue può decidere come e dove spendere le risorse comunitarie. Per rendere più stringente il rispetto del Patto è prevista anche la possibilità di sanzionare i Paesi poco virtuosi obbligandoli a versare una sorta di ”deposito cauzionale fruttifero” nelle casse della Ue.

– Meccanismo permanente anti-crisi – Infine, la Commissione Ue sottolinea la necessità di creare un ”robusto meccanismo permanente di risoluzione delle crisi”, mettendo a punto un set di procedure ”chiare e credibili” per fornire nel medio e lungo termine sostegno finanziario ai Paesi della zona euro in difficoltà. Un sostegno che nella proposta di Bruxelles deve essere legato a una ”forte condizionalita”’ e deve assumere la forma di prestiti.

– Dall’Eurogruppo il richiamo all’ordine – La riforma del Patto, però, ha i suoi tempi. Per questo sarà già l’Eurogruppo di lunedi’ prossimo a lanciare la parola d’ordine: tutti i Pesi della zona euro, nessuno escluso, devono fare più sforzi per correggere i deficit eccessivi e accelerare il percorso di risanamento dei conti. Lo stesso concetto espresso dal presidente della Commissione Ue, Josè Manuel Barroso:

– Il piano deciso per aiutare i Paesi dell’euro sotto attacco non prevede solo denaro per gli Stati, ma chiede anche di fare sforzi aggiuntivi, con un consolidamento supplementare delle finanze pubbliche.
Da Spagna e Portogallo, a cui sono stati chiesti altri sacrifici per il 2010, passando per l’Italia, che ha il problema di un debito pubblico molto elevato, arrivando a Francia e Germania, non immuni da rischi.

In particolare a Bruxelles si sottolinea come la situazione dell’Italia non sia assolutamente paragonabile a quella di Spagna e Portogallo, con un livello di deficit più sostenibile e un’esposizione sui mercati minore. Ma l’elevato debito del nostro Paese resta sempre sotto osservazione da parte della Commissione Ue, che ora attende di capire come si articolerà la manovra da 25 miliardi in due anni annunciata dal governo. Perchè – spiegano a Bruxelles – ”il problema non sono tanto le cifre e gli obiettivi che i Paesi indicano, ma come quei numeri e quegli obiettivi saranno raggiunti”.