Minori, ‘Save the children’: scuole bersaglio in aree crisi

ROMA – In Afghanistan 2.450 attacchi a scuole e 235 tra alunni e insegnanti uccisi in due anni; nelle guerre in corso le scuole con i loro studenti-bambini e gli insegnanti sono sempre più spesso bersaglio di attacchi. E’ quanto emerge dal rapporto di Save the Children ‘Il futuro è adesso’, diffuso a conclusione della Campagna ‘Riscriviamo il Futuro’, lanciata dall’organizzazione internazionale nel 2006 per garantire istruzione ai bambini in Paesi in conflitto o post conflitto.

Proprio ieri, sono state ricoverate in Afghanistan decine di alunne dopo essere rimaste intossicate in seguito ad attacchi con il gas contro due scuole. Inoltre, a Kabul, 4 studenti sono rimasti feriti quando una bomba è esplosa in un liceo. Analoghi attentati sono avvenuti in queste ultime settimane, l’ultimo dei quali il 4 maggio scorso. In base a quanto si è appreso, 30 alunne di una scuola di Kunduz e altre 6 di una di Kabul sono in ospedale: “Attendiamo il ricovero di altre alunne e non sappiamo il numero preciso di quelle intossicate”, ha detto un responsabile dell’ospedale di Kunduz.

Secondo il documento, azioni violente nei confronti di alunni ed edifici scolastici in aree colpite da conflitti armati sono in aumento perché le scuole sono sempre più spesso viste da eserciti e gruppi combattenti come bersagli semplici e allo stesso tempo di alto valore simbolico. Ad oggi, rende noto il rapporto, sono 39 milioni i minori esclusi dall’istruzione in aree afflitte da guerre o che ne sono appena uscite e si stima che i civili costituiscano il 90% delle vittime dei conflitti di cui la metà bambini.


Valerio Neri, direttore generale di Save the Children Italia, ha ribadito che “è inaccettabile che alunni e insegnanti siano sempre più di frequente esposti ad attacchi o a varie forme di violenza”. I bambini che vivono in aree in conflitto, ha aggiunto, “non dovrebbero rinunciare ad avere un’istruzione; che possano andare a scuola è fondamentale non solo per la loro formazione e benessere ma per la pace e la stabilizzazione futura della comunità. E’ ormai appurato che per ogni anno in più di istruzione, il rischio che un ragazzo sia coinvolto in un conflitto armato diminuisce del 20%”.


Nel 2006 Save the Children ha lanciato la campagna ‘Riscriviamo il Futuro’ per garantire entro il 2010 istruzione di qualità e accesso a scuola a milioni di bambini in nazioni in guerra o post-conflitto.
A distanza di 5 anni sono 10 milioni i minori che grazie a Save the Children hanno ricevuto un’istruzione con insegnanti meglio formati, curricula scolastici aggiornati, ambienti e aule scolastiche a misura di bambino; inoltre 1,4 milioni di minori sono potuti andare per la prima volta a scuola.