La marea nera “si poteva evitare” Dalla puglia la macchina ‘separa-petrolio’

ROMA – Da quanto emerge dalle inchieste tenute dalla commissione Energia della Camera dei Rappresentanti, si scopre che British Petroleum, Transocean e Halliburton hanno ignorato, poco prima dell’incidente, i risultati di alcuni controlli che evidenziavano carenze nei sistemi di sicurezza e, quindi, erano a conoscenza di problemi strutturali.

Questa mancanza di serietà avrebbe portato alla morte di 11 persone e a quello che potrebbe essere il disastro ambientale più grave della storia. Bp ha diffuso ieri il primo video della falla dalla quale fuoriescono ogni giorno 5 mila barili di petrolio e gas naturale: le immagini mostrano una conduttura spezzata da cui fuoriesce il liquido nero, un geyser scuro che a volte schiarisce per la presenza di gas naturale.

Intanto, arriva dal Distretto Produttivo della Meccanica Pugliese la possibile soluzione per il disastro ecologico. Si chiama ‘Oilsep Cc Ecology’ ed è una macchina in grado di separare il petrolio dall’acqua. È il presidente della Regione, Nichi Vendola che in una lettera inviata al ministro degli Affari Esteri, Franco Frattini, all’Ambasciata d’Italia a Washington e all’ambasciatore Usa in Italia a proporre
questa soluzione per l’emergenza Usa. ‘’Avvertiamo quanto la situazione sia di estrema gravità e necessiti interventi rapidi e idonei. La Regione Puglia – scrive Vendola – da sempre sensibile alle tematiche ambientali, negli ultimi anni ha visto nascere floridi distretti produttivi regionali, che sostengono le imprese operanti
nello stesso settore nella costruzione di reti di relazioni.

Da uno di questi distretti, quello della Meccanica, arriva la proposta di una possibile soluzione radicale al problema del versamento di petrolio in mare’’.
“L’apparecchiatura è stata già testata dalla Bosch ed è oggetto di interesse nelle zone di estrazione di idrocarburi fossili, come l’Oman e la Nigeria. L’intero distretto della Meccanica intende mettersi a disposizione per realizzare il numero di macchinari necessari a ripulire interamente la chiazza di petrolio riversatasi in mare. Riteniamo – prosegue Vendola – che la proposta possa costituire una valida alternativa all’utilizzo dei solventi chimici, pericolosi per il delicato equilibrio marino e comunque non risolutivi”.