Bangkok, l’esercito avanza. Cinque le vittime

BANGKOK – E’ salito a cinque, secondo fonti ospedaliere, il numero dei morti negli scontri in corso da stamane a Bangkok. I feriti sono decine, tra i quali tre giornalisti. Ieri era rimasta uccisa una persona, 11 i feriti tra cui l’ex generale Khattiya Sawasdipol, uno dei leader della protesta, colpito al capo.


Nuovi scontri tra dimostranti e militari sono scoppiati all’altezza dell’incrocio Sala Daeng, nei pressi della barricata di Silom, nel quartiere finanziario di Bangkok. Nell’area sono stati uditi colpi di arma da fuoco ed alcune esplosioni. La tensione nella zona rimane molto alta.


Le camicie rosse – che vogliono il ritorno dell’ex premier Thaksin Shinawatra – nel corso della notte, si erano asserragliate nei pressi del Suan Lum, il mercato notturno della capitale a poche centinaia di metri dal presidio principale, nel quartiere di Silom, per impedire l’avanzata dell’esercito.


Tutta l’area era stata nuovamente isolata e privata dell’elettricità nel corso della notte. A metà mattinata, dopo le «intimidazioni» dei rossi, che avevano catturato e distrutto due automezzi dell’esercito e uno della polizia poi incendiato, i militari hanno dato ordine di avanzare, sparando lacrimogeni e proiettili di gomma. I testimoni sul posto hanno però riferito di proiettili veri esplosi dai soldati: tre giornalisti, tra cui un reporter di France 24, che si trovavano nei pressi della barricata eretta dai dimostranti, sono rimasti feriti.


Le camicie rosse non sono rimaste con le mani in mano: un agente di polizia – o forse un dimostrante in divisa – è stato visto esplodere colpi di arma da fuoco contro i soldati. Gli scontri si sono via via propagati intorno all’area presidiata dalle camicie rosse: violenti confronti sono scoppiati a sud, nei pressi dell’arteria Rama IV – dove è stato ucciso un dimostrante – e a nord, nei pressi dell’Indra Hotel. I militari assicurano di non aver lanciato una offensiva su larga scala per sgomberare «tutti i dimostranti» – ancora alcune migliaia – che presidiano la capitale, ma solo di voler «fare pressione» per porre fine alla protesta. Tuttavia, il colonnello Sunsern Kaewkumnerd ha detto all’agenzia France Presse di «attendersi nuove violenze in serata».


Testimoni riferiscono di aver visto arrivare decine e decine di rinforzi. Intanto, l’ex premier Thaksin Shinawatra è tornato a farsi sentire dall’esilio, avanzando un pacchetto di quattro proposte al governo per porre fine all’emergenza: 1) Fermare la repressione; 2) revocare lo stato di emergenza; 3) aprire negoziati con i dimostranti per trovare una soluzione pacifica; 4) tentare la riconciliazione con tutti i partiti coinvolti. Restano infine stabili le condizioni di Khattiya Sawasdipol, 59 anni, nome di battaglia ‘Seh Daeng’,(‘comandante rossò), un ex generale alla testa di un gruppo di paramilitari all’interno del movimento d’opposizione: ieri era stato colpito alla testa da un proiettile mentre concedeva un’intervista al New York Times.