Berlusconi: «Siamo il governo del fare e gli italiani si fidano di noi»

ROMA – ‘’Gli italiani si fidano di noi’’. Silvio Berlusconi risponde alle polemiche fuori e dentro la maggioranza, rivendicando i continui successi elettorali che, a suo dire, fanno del Popolo della Libertà il ‘’vero protagonista’’ della vita democratica italiana. Intanto, Umberto Bossi sbarra la strada ad un ipotetico ingresso dell’Udc nel governo, accumunando Pier Ferdinando Casini a Gianfranco Fini nel definirli ‘’poco utili’’.


– Gli italiani si fidano di noi, di un governo che raccoglie la loro esigenza di sviluppo, libertà, opportunità e che rende l’Italia protagonista in Europa – scrive il premier in un messaggio inviato ad una manifestazione a Palermo per poi assicurare:

– Siamo il Governo del fare e continueremo a lavorare.

Nessun riferimento alle inchieste giudiziarie, nè tantomeno alla manovra finanziaria. Ma è chiaro che, in controluce, la lettera offre un assaggio di quello che sarà l’atteggiamento del Cavaliere nelle prossime settimane.

In privato Berlusconi si è detto deluso da Claudio Scajola e preoccupato per la posizione sempre più delicata di alcuni membri dell’esecutivo e della maggioranza, a cominciare da Guido Bertolaso. Ma queste confidenze, assicura chi gli sta più vicino, resteranno tali. In pubblico, la linea del premier sarà quella annunciata qualche giorno fa: severità, ma nessuna epurazione sulla base di schizzi di ‘’fango’’ mediatico. Insomma, come traspare dalla missiva, l’orgogliosa rivendicazione di quanto fatto dal governo e dal partito.

In questo contesto si comprendono meglio alcune prese di posizione di ‘berlusconiani doc’: a cominciare dal secco ‘no’ di Fabrizio Cicchitto alla proposta del ‘finiano’ Italo Bocchino di adottare un codice etico per il Pdl che imponga conseguenze al politico indagato anche in mancanza di una sentenza definitiva. Ma anche la dura presa di posizione di Sandro Bondi (‘’pensi al Paese’’ invece di sperare in una ‘’sospensione della democrazia’’) nei confronti di Dario Franceschini che si è detto pronto ad un governo di emergenza a condizione che non contempli la presenza di Berlusconi. O, infine, la secca risposta di Francesco Casoli alla richiesta di dimissioni di Bertolaso e Cosentino avanzata dal leader del Pd, Pier Luigi Bersani.


– Nessun appello alle riforme condivise potrà mai essere proposto e attuato con questa opposizione estremista e forcaiola – ammonisce il senatore del Pdl. Parole che sembrano chiarire anche il senso delle voci circolate in questi giorni e che volevano Berlusconi pronto a lanciare un appello alle opposizioni. Indiscrezioni che qualcuno ha interpretato come la prova dell’imminente ingresso nella maggioranza dell’Udc. Ipotesi che al momento sembra prematura non solo per il Pdl, ma anche per l’indisponibilità dei centristi. E che, comunque, Bossi ha voluto stoppare sul nascere.


– Ho letto sui giornali che Berlusconi vuole tirare dentro anche Casini – ha dichiarato -. Quando c’era lui tutti i giorni combinava un pasticcio e frenava. E’ come Fini.


Insomma, aggiunge tranchant il Senatur:


– Nnon so se è utile perchè i democristiani è meglio lasciarli perdere.


Parole che provocano la piccata risposta dei centristi, affidata a Gianpiero D’Alia, secondo il quale Bossi ‘’fa come la volpe con l’uva’’. Ciò non significa che la Lega, così come il Pdl, non guardino con interesse alle mosse dei centristi. Anche perchè, come ha detto Roberto Calderoli a ‘La Stampa’, ‘’l’Udc ha cambiato atteggiamento’’ e, soprattutto sul federalismo fiscale, ‘’ci parleremo’’. Ma si tratta di un corteggiamento dai tempi lunghi, anche se è vero che la scorsa settimana aveva subito un’accelerazione a causa del timore che il governo fosse travolto dalle inchieste.

Oggi, come dimostra la missiva del premier, questa paura sembra rientrata (o almeno messa da parte) e il negoziato con i centristi sembra tornato in una prospettiva di medio-lungo periodo. Cio’ non toglie che il quadro potrebbe repentinamente cambiare nel caso le inchieste facessero precipitare la situazione. Nel frattempo, è probabile che il Cavaliere si limiti ad un generico appello al senso di responsabilità delle opposizioni affinchè abbiano su manovra e riforme lo stesso atteggiamento costruttivo tenuto sul decreto salva-Grecia.