50 anni, molta strada fatta ma resta il gap

ROMA – Ad aprire la strada fu una donna, Rosa Oliva, ma il merito fu anche di molti uomini, primo fra tutti il suo avvocato, il costituzionalista calabrese Costantino Mortati, e poi i giudici della Corte Costituzionale che in una storica sentenza dichiarò illegittima una legge del 1919 che appunto escludeva le donne ‘’da tutti gli uffici pubblici che implicano l’esercizio di diritti e potestà politiche’’.

Da allora le donne hanno conquistato molti campi, ma tante sono ancora le differenze. Aumenta la partecipazione femminile al mercato del lavoro ma il tasso di occupazione femminile resta ancora inferiore del 22% rispetto a quello maschile. Le donne inoltre vengono occupate prevalentemente in attività di bassa remunerazione e, nonostante il loro massiccio ingresso sia nelle varie attività della p.a. sia in quelle private, la loro possibilità di fare carriera è scarsa.

Le donne, ad esempio, sono solo il 14% dei componendi dei Cda di società con oltre 10 milioni. Sono il 15,1% tra i prefetti e il 12% fra i dirigenti medici primari.
In una cosa le donne hanno superato gli uomini ed è lo studio. Negli anni ‘50 era bassissima la presenza femminile nei licei e nelle università, il superamento è arrivato fra gli anni Ottanta e Novanta e oggi il tasso di scolarità femminile ha superato quello maschile dell’1,7% nelle scuole superiori e del 28% nelle università. Le ragazze sono anche più brave, si diplomano o laureano nei tempi e ottengono voti migliori. Poi si sposano e lì cominciano ad accumulare gap: lavorano un’ ora di più delle amiche che pur avendo figli sono single e finiscono per rinunciare al lavoro man mano che aumentano i figli.

Nelle forze armate, infine, la parità tra uomo e donna è una realtà disciplinata dalla legge, anche se la percentuale delle divise rosa resta ancora molto bassa. Colpa della tardiva apertura dei corpi militari alla presenza femminile, ritardo che influirà anche nel turn over ai vertici delle forze armate. Attualmente ci sono nell’esercito italiano 6.300 donne tra truppa, sottufficiali e ufficiali. Il grado più alto nella scala gerarchica raggiunto dalle donne è quello di Capitano e, a causa dei percorsi di carriera, la prima donna Generale potrebbe essere nominata solo nel 2028.