L’opposizione non crede ai tagli della casta: è scontro con il Pdl

ROMA – “Il governo non faccia dei tagli una foglia di fico per misure antipopolari”, dice Pier Luigi Bersani. “L’Idv è pronto a fare le barricate dentro e fuori dal Parlamento”, promette Antonio Di Pietro.
L’opposizione insorge, seppur con diversi accenti, alle ipotesi di ‘tagli’ sui quali starebbero lavorando governo e maggioranza in vista della manovra ‘anti-crisi’. In particolare il centrosinistra non crede che sarà penalizzata solo la ‘casta’, ma che le risorse verranno raccolte ‘a pioggia’ da tutti i lavoratori.

“Nessuna drammatizzazione; stiamo solo andando a caccia di sprechi”, assicura il ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta. “Ci sono sprechi da tagliare, ovunque si annidino, a partire – sottolinea – dagli sprechi in politica. Ciascuno deve fare la propria parte”.

Roberto Calderoli esprime ottimismo: “io credo che quanto più riusciremo a tagliare le aree di privilegio, tanto più potranno stare tranquilli i cittadini”. Il ministro per la Semplificazione legislativa osserva che bisogna fare delle “differenze, rispetto agli statali e rispetto ai costi della politica”, osservando che per esempio, “tra i magistrati vi sono degli stipendi che sono assolutamente corretti e altri che invece sono troppo alti”.

A dar manforte al ministro scende in campo anche il leader della Lega, Umberto Bossi, secondo il quale in un momento di crisi “bisogna dare dei segnali” facendo vedere che “la politica si fa carico della realtà e compartecipa alle difficoltà di tutta la gente”.

Pier Luigi Bersani si dice “d’accordissimo” a tagliare gli stipendi dei parlamentari (oltre a porre un freno sui doppi e tripli incarichi), e intanto ricorda che il Pd ha già “depositato un progetto di legge per la riduzione del loro numero.

“Vogliamo cercare – si chiede – di fare qualche riforma in questo Paese o solo chiacchiere e demagogia?”. Il suo vice, Enrico Letta, sottolinea che il governo Prodi “aveva ridotto gli stipendi dei ministri del 30%”. “Oggi la proposta del Governo è insufficiente: i costi della politica vanno tagliati molto di più – rilancia – perché vanno riportati entro la media europea”.


L’Italia dei Valori, rileva Di Pietro è contraria a reperire le risorse “prendendo a pioggia da tutti, soprattutto dai pensionati al minimo, dagli stipendi al minimo e dai precari”. Per il leader Idv la manovra non deve incidere “in alcun modo” sui più deboli. E su questo punto annuncia che il suo partito è pronto a “fare le barricate dentro e fuori dal Parlamento”: “riteniamo – spiega – che ci sia un diritto di resistenza attiva nel rispetto delle regole democratiche”.


L’Udc vuole vederci chiaro: “Vorremmo sapere di cosa si tratta: – afferma Lorenzo Cesa – noi siamo pronti a dialogare su provvedimenti utili ai cittadini”. Il PdCI, insiste sul ricorso alle urne. “Per uscire dalla palude della crisi, c’è bisogno – dice Alessandro Pignatiello – di andare al voto”, per dare al Paese un governo “altro e diverso” da quello attuale.