La foto è un viaggio che non si ferma

CARACAS – Il viaggio come una finestra sul mondo e la fotografia come uno strumento per divulgare idee. Daniela Colmenares cerca attraverso l’esposizione ‘L’Italia non termina mai’ di imprigionare in quindici scatti quello che più l’ha colpita del suo soggiorno nella penisola.

La studentessa di Lingue moderne all’Ucv ha vinto l’anno scorso una borsa di studio dell’Istituto italiano di cultura per frequentare un corso di perfezionamento della lingua che tanto l’appassiona presso l’Università per stranieri di Perugia. Con l’obiettivo di allungare la sua permanenza in Italia ha svolto uno stage presso il centro di Poesia dell’Università di Bologna ed ha viaggiato attraversando il paese da Nord a Sud. Da quest’esperienza di sei mesi è nata la mostra.

“L’obiettivo – spiega la tesista di 22 anni – è creare un piccolo spazio per promuovere la cultura e far pensare la gente. In Italia vi era dell’arte ad ogni angolo della strada, questo non esiste in Venezuela. Vorrei mettere il mio granello di sabbia per cambiare un po’ lo stato di cose”.

Il titolo della mostra trae origine da un racconto del libro di Ernest Hemingway ‘Parigi è una festa’ in cui lo scrittore sostiene che vi sono delle città che perseguitano le persone. Questo è quello che sente Daniela con l’Italia: un vincolo che oltrepassa l’oceano e la segue sempre.

La laureanda in Lingue ha voluto mostrare il significato intrinseco del viaggio: da un lato come strumento per comprendere se stessi e le proprie mete e dall’altro come momento di dialogo fra la propria cultura e quella del paese ospitante.

Nelle foto ci sono persone, finestre e paesaggi. Le prime rappresentano forse la stessa Daniela alla scoperta dell’Italia, mentre le seconde secondo l’autrice possono paragonarsi a degli sguardi lucidi sulla strada come metafora della vita.

Daniela, già corrispondente della ‘Voce’, sa che tornerà nel Belpaese forse per un periodo più lungo, oggi per il breve vissuto come giovane migrante afferma:

“Non è sicuramente facile. Dal colore della mia pelle si vede subito che sono straniera, eppure in Italia mi hanno accolto bene, al contrario in Spagna ho sentito un sentimento di rifiuto verso i latinoamericani”.

Poi conclude con un frammento di Giovanna Giordano a lei molto caro:

“Imprimere per sempre lo sguardo sulle cose, con la foto. Ogni foto è un racconto e anche un viaggio che non si ferma”.