Iran, il gruppo ‘5+1’ gioca sempre duro

Banche, cargo, armi: sono i tre target della bozza di risoluzione presentata dal gruppo dei ‘5+1’ al Consiglio di Sicurezza per indurre l’Iran a rinunciare al suo programma atomico. Il testo è stato preparato dagli Stati
Uniti, quindi limato dopo le consultazioni all’interno del gruppo dei Paesi con potere di veto in Consiglio di Sicurezza dell’Onu (Usa, Gb, Francia, Russia e Cina) più la Germania.

È più dura delle precedenti risoluzioni e anche di quanto si aspettavano gli osservatori alla vigilia, soprattutto alla luce dell’intesa Teheran-Ankara-Brasilia per il trasferimento dell’uranio che secondo alcuni avrebbe potuto frenare il sì di Pechino, ma non include sanzioni sull’industria petrolifera iraniana come avrebbe preferito Washington.Per l’approvazione della risoluzione servono almeno nove sì tra cui quelli dei cinque membri permanenti.

Turchia e Brasile siedono tra i Quindici senza potere di veto: potrebbero votare contro o astenersi, e così anche il Libano. Se approvato, il documento imporrà pesanti sanzioni contro tutte le transazioni bancarie iraniane, comprese quelle della Banca Centrale di Teheran e invita alla vigilanza sulle istituzioni finanziarie che appoggiano il potente Corpo dei Guardiani della Rivoluzione.

L’obiettivo è “prevenire che queste transazioni contribuiscano alla proliferazione di attività nucleari”. Gli istituti sospettati di finanziare il programma atomico saranno colpiti da “misure che vietano (…) l’apertura di nuove filiali e uffici”, si legge nella bozza. Le dieci pagine del documento Onu contemplano anche ispezioni sia nei porti che inmare aperto, su modello di quanto previsto per la Corea del Nord, dei cargo sospettati di contenere materiale necessario alla costruzione di una bomba atomica. Il documento espande l’embargo delle armi, includendo otto nuove categorie di armamenti pesanti come veicoli blindati da combattimento, sistemi di artiglieria di grosso calibro, aerei ed elicotteri da combattimento, navi e missili capaci di trasportare testate nucleari. Si chiede poi un blocco delle attività in settori “sensibili” che possano contribuire alla preparazione di armamenti nucleari come l’estrazione di uranio, che l’Iran aveva iniziato, ad esempio, in una miniera in Zimbabwe.

Si suggerisce inoltre, per la prima volta per l’Iran, la creazione di una commissione ad hoc permonitorare emigliorare l’applicazione delle sanzioni. Intanto il ministro degli esteri Serghiei Lavrov ha espresso in una telefonata al segretario di Stato americano Hillary Clinton la propria preoccupazione in merito a notizie secondo cui Usa e Ue stanno preparando sanzioni unilaterali contro il programma nucleare iraniano in aggiunta a quelle previste nella bozza di risoluzione sottoposta al Consiglio di sicurezza dell’Onu.