Sanno già cos’è sognare

Si scrive soccer, si legge calcio. Nel paese del baseball, dell’hochey, del basket e del football, ma quello americano, sta nascendo una nuova passione: quella per la palla a chiazze.
Lo sport della palla con i pentagoni si sta lentamente guadagnando una propia fetta d’interesse da parte del pubblico statunitense. Giocano col pallone milioni di ragazzini, le madri preferiscono che i figli giochino a calcio piuttosto che al pericoloso football.

Il ‘sogno americano’ del soccer, del calcio, va avanti con una nazionale che si è qualificata al primo posto nel girone eliminatorio, superando Paesi come il Messico, dove il ‘fútbol’ è lo sport di casa.
La fiducia di questa nazionale è alle stelle dopo l’ottima prestazione oferta nella passata edizione della Confederation Cup, che si è svolta nel 2009 in Sudafrica, e dove la nazionale a stelle e strisce ha sfiorato l’impresa di vincere il torneo arrendendosi negli ultimi minuti al Brasile. In quella gara gli States conducevano la gara per due a zero dopo i primi 45’, ma poi nella ripresa sono crollati e si sono fatti raggiungere dai carioca.

Per il mondiale, la nazionale dovrà sostituire pilastri del calibro di Oguchi Onyewu e Charlie Davies, che a causa di un incidente stradale dovrà saltare il torneo irridato.
La nazionale Usa si è qualificata grazie agli schemi dello stratega Bob Bradley. Grazie a lui la nazionale ha staccato facilmente il pass per il Sudafrica.

Gli statunitensi partecipano per la nona volta nella propria storia alla fase finale dei Mondiali. Il miglior risultato è giunto nell’edizione Uruguay 1930, con il terzo posto finale alle spalle di Uruguay ed Argentina. Sono scesi in campo, inoltre, nelle edizioni di Italia ‘34, Brasile ‘50, Italia ‘90, Francia ‘98 e Germania 2006 (fuori al primo turno in ciascuna di queste 5 edizioni), Usa ‘94 (eliminati agli ottavi di finale) e Corea-Giappone 2002 (usciti ai quarti di finale).

Complessivamente, nelle fasi finali dei Mondiali, gli Stati Uniti hanno disputato 25 partite con un bilancio di 6 vittorie, 3 pareggi e 16 sconfitte, con 27 gol segnati e 51 reti subite.
La base della squadra che vola in Sudafrica ha una vasta esperienza a livello internazionale e unisce giovani promettenti che cercheranno di migliorarsi e dimostrare che il soccer sta crescendo negli Stati Uniti. Comunque, sognare non costa nulla. E certe volte, i sogni si realizzano.

I CONVOCATI

Il milanista Onyewu nella lista di Bradley

Charlie Davies, 23 anni, attaccante del Sochaux, gravemente ferito in un incidente d’auto a Washington lo scorso 13 ottobre, è il grande assente della preselezione statunitense per il Mondiale 2010, annunciata dal ct Bob Bradley. In campo c’è però il centrocampista Marcus Beasley, tra i veterani della nazionale Usa, già presente ai Mondiali del 2002 e del 2006, nonostante abbia perso il posto da titolare nei Glasgow Rangers da oltre due mesi. Con lui il milanista Oguchi Onyewu, fermo dall’ottobre 2009 a causa di un grave infortunio al tendine rotuleo del ginocchio sinistro. Due le sorprese nella lista di Bradley: gli attaccanti Edson Buddle (Los Angeles Galaxy, capocannoniere della Mls con 9 reti) ed Herculez Gomez, che gioca in Messico con il Puebla. Questo l’elenco dei 30 preselezionati.

Portieri: Brad Guzan (Aston Villa), Marcus Hahnemann (Wolverhampton), Tim Howard (Everton)
Difensori: Carlos Bocanegra (Rennes), Jonathan Bornstein (Chivas), Steve Cherundolo (Hannover), Jay DeMerit (Watford), Clarence Goodson (IK Start), Chad Marshall (Columbus), Oguchi Onyewu (Milan), Heath Pearce (Dallas), Jonathan Spector (West Ham)

Centrocampisti: DaMarcus Beasley (Glasgow Rangers), Alejandro Bedoya (Orebro), Michael Bradley (Borussia Moenchengladbach), Ricardo Clark (Eintracht Francoforte), Clint Dempsey (Fulham), Landon Donovan (Los Angeles), Maurice Edu (Glasgow Rangers), Benny Feilhaber (Aarhus), Stuart Holden (Bolton), Sacha Kljestan (Chivas), Robbie Rogers (Columbus), Jose Torres (Pachuca)

Attaccanti: Jozy Altidore (Hull City), Edson Buddle (Los Angeles), Brian Ching (Houston), Robbie Findley (Salt Lake City), Herculez Gomez (Puebla), Eddie Johnson (Aris Salonicco).

IL CT


Il mister di tutti gli Usa

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Il ct degli Status è Bob Bradley, nato a Montclair il 3 marzo 1958 e nei quadri tecnici della Federazione statunitense dal 2006. Nel luglio di quell’anno – dopo il Mondiali di Germania – la Federazione gli affidò ad interim la guida della squadra, al posto di Bruce Arena. Solo nel dicembre dello stesso anno, considerati la scia vincente della nazionale a stelle e strisce durante le amichevoli, la Federazionecalcio sciolse ogni riserva e affidò a Bradley la panchina come allenatore in prima.


Bradley ha iniziato ad allenare all’età di 22 anni. Ha svolto il ruolo di tecnico in squadre di College americani e poi nella Major League Soccer (Mls), dove ha ottenuto più vittorie di qualsiasi altro tecnico statunitense. Nella Mls ha allenato Chicago Fires, New York Metrostars (attualmente Red Bulls), Chivas Usa e Washington DC United. Ha allenato anche l’Under 23 degli Stati Uniti (nel 1996, nel 2006 e 2007); in due di questi tre casi con Bruce Arena allenatore in prima.


Nel 1998 e 2007 ha vinto il premio di ‘Coach dell’anno statunitense’; ma non va dimenticato l’approdo alla finalissima di Confederations Cup 2009, persa contro il Brasile (2-3). A livello di club Bradley ha vinto 1 Mls Cup (Chicago, 1998) e 2 US Open Cup (Chicago, 1998 e 2000).


Bradley vanta anche un passato da calciatore alla West Essex High School, a New Jersey ed alla Princeton University. Proviene da una famiglia di atleti: suo fratello Scott ha giocato a baseball nei Seattle Mariners ed attualmente è allenatore alla Princeton University. Suo figlio Michael è invece un calciatore professionista in forza al Borussia Moenchengladbach e colonna della Nazionale a “stelle e strisce”. L’altro fratello di Bradley, Jeff, è giornalista sportivo all’ESPN-The Magazine.

LA STELLA


Il ‘crack’ americano

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Landon Donovan arriva al mondiale sudafricano come uno dei pilastri di questa nazionale. Il giocatore 28enne è da quattro anni il simbolo ed il cannoniere della selezione degli States.


Anche se nel mondiale 2006 non ha avuto una grande rendimento, la sua presenza è una vera e propria benedizione per il CT Bradley, che lo colloca dietro alle punte anche se gioca con la maglia numero 9.
Donovan è la stella della squadra grazie ad un mix di tecnica, velocità ed astuzia. Solo un piccolo neo nel suo curriculum: scompare nelle gare importanti. Una reputazione, questa, che vuole cancellare nel mondiale sudafricano.

TESTA A TESTA


Italia-Stati Uniti: i precedenti

Bilancio: partite giocate 9, vittorie Italia 7, pareggi 2, vittorie Usa 0. Gli azzurri hanno segnato 34 reti e ne hanno subite 3.

15-06-2009 Confederation Cup Usa-Italia 1-3

17-06-2006 Coppa Mondiale Italia-Usa 1-1

13-06-1990 Coppa Mondiale Italia-Usa 1-0

30-05-1984 Amichevole Usa-Italia 0-0

23-05-1976 Amichevole Usa-Italia 0-4

16-06-1952 Olimpiadi Italia-Usa 8-0

02-08-1948 Olimpiadi Italia-Usa 9-0

03-08-1936 Olimpiadi Italia-Usa 1-0

26-05-1934 Coppa Mondiale Italia-Usa 7-1