La sfida Lazio-Inter non è ancora finita…

La procura di Tivoli indaga su presunte minacce dei tifosi La procura di Tivoli ha aperto un’inchiesta sulle presunte minacce dei tifosi laziali ai giocatori biancocelesti prima della partita con l’Inter. Il Procuratore della
Repubblica, Luigi De Ficchy, procede anche per le ipotesi di violenza privata. Già sentito come testimone il calciatore Roberto Baronio.

Il fascicolo processuale, al momento contro ignoti, è stato aperto d’ufficio sulla base di notizie di stampa pubblicate all’indomani di Lazio-Inter, con particolare riferimento alle presunte
minacce rivolte ai calciatori e al presidente Lotito.

Fatti, questi, che sarebbero avvenuti a Formello, sede del quartier generale della Lazio e località per la quale è competente a livello giudiziario la procura di Tivoli.

Non è escluso che vengano presto sentiti come testimoni altri calciatori e dirigenti biancocelesti. Ieri anche il tecnico Reja è tornato a parlare sulla tanto discussa partita tra la formazione biancoceleste e quella nerazzurra. “Lazio-Inter? L’ho cancellata completamente. Io ero in tribuna. Posso dire che l’abbiamo preparata in maniera importante, perché tenevamo a fare una buona prestazione.

Inizialmente c’è stata
tanta voglia, ma, con 50 mila persone che tifano per l’altra squadra, e che non sono certamente tutti tifosi dell’Inter, viste le offese ai giocatori stessi prima della partita, è difficile dare il massimo”. “Una volta poi che l’Inter è passata in vantaggio – ha aggiunto Reja – era difficile recuperare con quel clima.

Tutti hanno esultato: non mi era mai successo. Ora chiudiamo e non ne parliamo più”. Anche per Claudio Ranieri è stata
un’enorme delusione, uno spettacolo desolante. Quanto a Mourinho, se davvero andrà via, ‘la sua mancanza si sentirà”. Il tecnico della Roma in una intervista a Il Fatto Quotidiano ha ripercorso il finale di campionato.

“Come sportivo è stata un’enorme delusione – sottolinea -. Regna il business e quindi, conseguentemente,
anche spettacoli come Lazio-Inter. Come si vince la battaglia per uno sport pulito? Con tifosi che incitano la loro squadra, pretendendo il massimo, senza mettere al centro dei propri dogmi le altrui disgrazie e senza necessità di spettacoli desolanti come quello dello Stadio Olimpico”.

Ranieri aggiunge: “Alcuni aspetti delle ultime settimane mi hanno indignato”. Si dice dispiaciuto per la possibile partenza di Mourinho da Milano: “È un avversario di quelli giusti. La sua mancanza si sentirà soprattutto sulla stampa. Dà titoli qualsiasi cosa faccia”. E sulla definizione datagli da Mou che lo ha definito “ipocrita” Ranieri aggiunge: “Mi duole, lo preferisco in versione letteraria. Sulla Nausea di Sartre mi ha divertito”. E aggiunge: “Fa il furbo, lo sappiamo. Manda qualcuno ad ascoltare cosa hai detto e poi si prepara. Vecchio trucco. Ma Sartre nel ’64 rifiutò il premio Nobel dicendo: ‘Non voglio essere letto in quanto Nobel ma solo se il mio lavoro lo merita”. Ecco, se Mou permette di Sartre mi approprio anche io: ‘Mi piacerebbe essere ricordato solo perché il mio lavoro lo merita”.