Bangkok, adesso è caccia all’uomo

Finita la battaglia è cominciata la caccia all’uomo. Dopo 24 ore di scontri violenti e di devastazione, un’apparente ritorno alla calma nasconde il clima di alta tensione nella capitale thailandese.

Le autorità
hanno avvertito che “miliziani armati” sono ancora asserragliati in grattacieli e templi intorno a quello che
era il presidio dell’opposizione nel cuore di Bangkok, “nei quartieri di Ratchaprasong, Rama IV, Bon Kai e Pratunam” e i soldati hanno assunto il controllo dell’accampamento occupato da migliaia di manifestanti per sei settimane dopo aver affrontato la resistenza delle camicie rosse. In un tempio, dove si riteneva
si fosse nascosto un gruppo di rivoltosi, sono state uccise nove persone, in mezzo a una folla di migliaia
di donne e bambini che vi avevano cercato rifugio per passare la notte dopo una giornata di battaglia.

Complessivamente è di 14 morti e 91 feriti il bilancio della battaglia di mercoledì, secondo quanto ha riportato il servizio di soccorso Erewan, secondo cui tra i feriti ci sarebbero anche quattro stranieri. Dall’inizio delle proteste sono state uccise 82 persone, e tra queste due giornalisti, uno dei quali l’italiano Fabio Polenghi.

Circa 1.800 i feriti. Altri due leader della protesta intanto si sono arresi, Veera Musikapong, presidente del Fronte unito per la democrazia, e Weng Tojirakarn, che si sono consegnati alle autorità all’indomani della resa di altri cinque elementi di spicco del movimento delle ‘camicie rosse’. E il governo, tramite il suo portavoce Panitan Wattanayagorn, ha fatto sapere che presto i rivoltosi arrestati durante
le proteste verranno giustiziati.

In questa situazione di calma apparente il governo ha comunque prolungato il coprifuoco per altri tre giorni a Bangkok e in altre 23 province della Thailandia “per mettere meglio in sicurezza l’area e stroncare le attività” dell’opposizione, ha detto Dithaporn Sasasmit, portavoce del Comando delle operazioni per la Sicurezza interna.

Il divieto è già in vigore dalle 20 alle 6 per impedire i saccheggi e i roghi che sono divampati dopo lo smantellamento del presidio delle ‘camicie rosse’, ma sarà ridotto a dalle 21 alle 5 “per alleviare le conseguenze sulla gente. Sulle violenze in Thailandia continuano le accuse di abusi compiuti da entrambe le parti. Secondo l’associazione per i diritti umani Human Rights Watch “la situazione a Bangkok è ormai fuori controllo – ha detto Phil Robertson, vice direttore dell’associazione per l’Asia – perché azioni sbagliate sono state commesse da entrambe le parti”. “Sollecitiamo tutti – ha aggiunto – al rispetto e a lasciare libero accesso agli aiuti di emergenza “.