Cavenit e proselitismo politico

Siamo sicuri che la proposta del premier Berlusconi ha alimentato quei sentimenti di vanità che, presenti in ognuno di noi, restano lì, sopiti, fino a quando qualcuno li scuote dal letargo. Ma nè le lusinghe, nè la vanità le hanno convinte ad accettare. E così Emma Marcegaglia e Luisa Todini hanno declinato l’invito, non hanno ceduto alla tentazione. Insomma, hanno detto “no”, con cortese fermezza.

E’ evidente che le due imprenditrici hanno considerato che, in un momento di grosse difficoltà per il Paese, il loro dovere non era fare squadra con il Governo ma restare al loro posto; continuare alla guida degli industriali.


Emma Marcegaglia è la prima donna presidente della Confindustria, l’organismo imprenditoriale più importante del Belpaese; e Luisa Todini è vicepresidente della Federazione Europea dei Costruttori: un settore oggi nell’occhio del ciclone a causa delle vicende che hanno coinvolto la “cricca” di Anemone. Luisa Todini ha avuto anche altre esperienze politiche, e proprio con Forza Italia, partito per il quale è stata eurodeputata. Eppure…


Gli industriali hanno apprezzato la scelta delle due donne; la decisione che le porta a restare nella trincea degli imprenditori ed a proseguire le loro funzioni istituzionali. Sarà sicuramente un ruolo difficile. Dovranno confrontarsi con governo e sindacati. E dovranno farlo in un passaggio delicato per il Paese.

Dalla Spagna, dal Portogallo e dall’Irlanda arrivano inquietanti segnali di incertezza. E questo disagio dei “pigs”, soprannome affibbiato più con disprezzo che per simpatia a questi paesi, avrà profondi riflessi nel resto delle economie europee. Quindi, anche in quella italiana. In questi giorni il governo proporrà misure draconiane al Paese. Provvedimenti che non piaceranno all’imprenditore, all’operaio e al consumatore; che renderanno più difficile la vita di tutti i cittadini, dai giovani disoccupati ai pensionati.


Le simpatie, l’orientamento politico della Todini e forse anche della Marcegaglia sono noti a tutti. E’ per questo che la scelta del presidente del Consiglio non è stata casuale. E’ maturata nella convinzione che avrebbe avuto vicino persone di fiducia. D’altro canto, la decisione di declinare l’invito fa onore alle imprenditrici.

Dimostra che interpretano il loro ruolo con serietà e sanno che non devono condizionarlo ad ambizioni politiche. Anzi, si preoccupano anzitutto della tutela degli organismi imprenditoriali ai quali appartengono ed in seno ai quali occupano posti di grande rilievo. Li tengono fuori dai giochi di potere; al margine dalle “interferenze”politiche. Siamo sicuri che non gli verrebbe mai in mente di “usare” l’incarico istituzionale per fare proselitismo politico; per invitare i colleghi imprenditori ad iscriversi al Pdl “perchè solo così si ha la certezza di contare di più”.


Peccato, peccato che in Venezuela non si segua la stessa linea di condotta. Spiace sapere che in seno al nostro organismo imprenditoriale vi sia chi, approfittando del ruolo istituzionale che svolge in esso, si preoccupi più di fare proselitismo politico che di difendere gli interessi di categoria. Anche il Venzuela vive una crisi di dimensioni importanti. Quest’anno, la crescita del Pil, se ci atteniamo alle statistiche e proiezioni di organismi internazionali, sarà negativa. Le difficoltà di produzione e la carenza di nuovi investimenti saranno accompagnati da un’inflazione fuori controllo, da un’esagerata presenza dello Stato nel tessuto produttivo e da un livello di disoccupazione che, non è più alto unicamente per le “misiones”.


È quindi necessario fare quadrato attorno alle nostre associazioni; soprattutto, alla nostra Camera di Commercio Venezolano Italiana che va difesa e salvaguardata. Le ambizioni politiche di ognuno di noi sono legittime, così come lo è il desiderio di fare proselitismo per il partito o la corrente politica nei quali ci si riconosce. Ma non si può accettare che si usi la Cavenit come sfondo. Così si corre il rischio di svuotare l’organismo imprenditoriale di contenuto; insomma, si svilisce la sua funzione ridimensionandola pericolosamente. E’ grave, e preoccupa, che ci sia chi promuove riunioni di imprenditori, avvalendosi delle mansioni che ha in seno alla Cavenit, per poi invitare i presenti ad iscriversi al “Pdl perchè solo così si potrà contare di più ed ottenere una maggiore attenzione dal governo italiano”. Notizia senza fondamento, tra l’altro, perchè la parte onesta del governo, che ovviamente c’è, non fa distinzioni tra imprenditori di segno politico diverso.


La partecipazione attiva nella vita politica del Paese in cui viviamo, ed in quello di origine, è parte di un normale processo di maturità delle nostre Collettività all’estero. Va incoraggiata e non osteggiata. Più volte, in queste colonne, abbiamo sostenuto che la nostra Collettività non deve essere semplicemente spettatrice ma deve trasformarsi in attrice per intervenire nell’evoluzione politica, economica, sociale e culturale del Venezuela e dell’Italia. E, lo abbiamo sottolineato perchè convinti, deve assumere un ruolo di rilievo. Le nostre associazioni, poi, sono tenute ad essere luoghi di dibattito e discussione. Quel che resta inaccettabile, invece, è che si voglia strumentalizzare le nostre associazioni.


È responsabilità di tutti noi mantenere la nostra Cavenit al margine dei giochi politici, degli interessi di parte, delle strumentalizzazioni meschine; coscienti comunque che la nostra Comunità non può e non deve restare estranea a quanto accade nel Paese in cui vive e nella madrepatria; consapevoli anche che le nostre associazioni devono stimolare il dibattito aperto ed onesto perchè dal confronto delle idee non si può che crescere.