Dopo la riforma alla legge che accadrà con le pensioni?

CARACAS – Con la riforma, infatti, i nostri anziani non beneficieranno più della figura giuridica della ‘permuta’ che permetteva loro di ottenere un differenziale maggiore tra euro e bolìvares. Costretti ora al cambio ufficiale, i pensionati vedranno quindi dimezzate le loro pensioni reali.


Qualcuno è rassegnato in partenza; altri, invece, meno pessimisti, sono convinti che prima o poi una soluzione si troverà. E’ questo il caso del nostro Console Generale, Giovanni Davoli.


Certamente, come afferma alla Voce il coordinatore del Patronato Inca di Caracas, Gianni Di Vaira, si tratta di “una legge sovrana dello Stato venezolano”. Meno convincente, o quanto meno troppo negativo, ci sembra quando afferma:


– Nessuno può fare nulla. Nessuno può contestare la riforma o intervenire nella decisioni del Governo.
Certo, sarà difficile per il dottor Di Vaira spiegare agli anziani che “adattarsi è l’unica soluzione”, o semplicemente consigliare loro di “rivolgersi allo Stato venezolano”. I pensionati, probabilmente, non accetteranno liquidazioni di comodo; nè capiranno perchè i patronati ancora non si sono incontrati per discutere azioni comuni.


– Non ci siamo ancora riuniti – sostiene Di Vaira – perchè non ha senso farlo.


Maria Teresa Mastromatteo, coordinatrice del Patronato Inas di Caracas, è più cauta. Lamentando che la nuova normativa sia arrivata all’improvviso, spiega che oggi le possibilità offerte nel panorama pensionistico sono principalmente tre: rassegnarsi ad utilizzare il cambio ufficiale, farsi consegnare la pensione con un assegno in euro o attendere un mese, come ha prospettato Italcambio, sperando in nuove modalità di protezione dei connazionali. Vie, queste, difficilmente percorribili.


Come illustra Mastromatteo, con l’assegno in euro, non traferibile e della durata di tre mesi, non si potrebbe che sfociare nell’illegalità. L’attesa di un mese, invece, è impraticabile per chi, come tanti nostri anziani, “con la pensione sopravvive solamente”. La coordinatrice, infatti, spiega che “il costo dei farmaci è alto” e spesso “si tratta di anziani già da tempo abbandonati dal Governo italiano”. Questi hanno bisogno di un “trattamento di favore in materia pensionistica perchè non sono supportati” con diverse modalità, come nel caso di tanti altri Paesi.


L’ultima scorciatoia per i nostri pensionati sarebbe quella di utilizzare un conto aperto all’estero che, comunque, richiede uno sforzo, un’organizzazione e un budget finanziario di cui non dispongono la maggior parte degli anziani italiani.


Per beneficiare ancora di una corsia preferenziale bisognerebbe “coinvolgere le autorità diplomatiche, l’Ambasciata d’Italia, riunire le forze per avere una voce comune”, come suggerisce Salvatore Giordano, Direttore Responsabile del Patronato Enas di Caracas.


Convinto come tanti che probabilmente è “prematuro” preoccuparsi eccessivamente o prendere decisioni affrettate, di qualunque tipo, Giordano è certo della necessità di “un tavolo di lavoro comune, comprensivo dei vertici e delle parti interessate” nel caso la riforma non preveda aggiustamenti.


L’IVSS (Istituto Venezolano di Previdenza Sociale) potrebbe “avvallare queste necessità primarie” e “fare pressione perchè gli italiani ottengano un trattamento particolare”. In caso contrario, suggerisce Giordano, si dovrebbero cercare “smagliature nel nuovo assetto della legge”, consapevoli però che “Italcambio ora è un soggetto passivo di sanzioni e pene”. Sarebbe quindi più che auspicabile, afferma sempre il coordinatore dell’Enas, trovare una soluzione a quello che oggi si presenta come un problema per tanti nostri connazionali. Il panorama attuale, spiega, “mostra come la materia pensionistica sia il nervo scoperto dell’Italia”.


Giordano, in fondo, si dimostra speranzoso nel buon esito delle eventuali future trattative e aspetta le ultime notizie da Italcambio o dal Governo, in arrivo forse per questo fine settimana.


Ottimista anche il Console Generale di Caracas, Giovanni Davoli. Il diplomatico è convinto che i tempi siano prematuri; ciononostante, già da qualche giorno è in contatto con Italcambio e si riunirà presto con i suoi vertici per “avere elementi più chiari”.


– Con Italcambio non abbiamo firmato un ‘contratto matrimoniale’ – sottolinea -. Quindi, posso affermare con certezza che si troveranno la soluzione e l’accordo più convenienti per i connazionali.