Bagnasco chiama all’impegno bipartisan

ROMA – « I ruoli sono assegnati dalla libera determinazione dei cittadini, ma il concorso delle volontà in vista di risultati più effi caci è un obiettivo che va saggiamente e tenacemente perseguito. Lo pretende il rispetto che si deve ai cittadini».

Così, sulla crisi, il presidente della Cei Angelo Bagnasco.

– Il protrarsi della crisi economica mondiale si sta rivelando sorprendentemente tenace – ha commentato il prelato che teme per l’Italia problemi analoghi a quelli di Portogallo e Spagna, se non della Grecia Il problema principale, per il cardinale, non è quello dei conti pubblici ma «il lavoro che spesso oggi latita, creando situazioni di disagio pesante nell’ambito delle famiglie giovani e meno giovani, in ogni regione d’Italia, e con indici decisamente allarmanti nel Meridione».

– Il lavoro – rileva – è tornato ad essere, dopo anni di ragionevoli speranze, una preoccupazione che angoscia e per la quale chiediamo un supplemento di sforzo e di cura all’intera classe dirigente del Paese: politici, imprenditori, banchieri e sindacalisti.

Da parte sua la Chiesa, assicura, «fa tutto ciò che puà inventando anche canali nuovi di aiuto, senza che i precedenti siano nel frattempo messi fuori uso, ma è ovviamente troppo poco rispetto ai bisogni».
Il Cardinale Bagnasco, inoltre, ha sottolineato che l’Italia sta andando verso un lento suicidio demografico. Ha commentato che «oltre il cinquanta per cento delle famiglie oggi è senza figli, e tra quelle che ne hanno quasi la metà ne contemplano uno solo, il resto due, e solamente il 5,1 delle famiglie ha tre o più di tre figli».

Perciò «urge una politica che sia orientata ai figli – ha spiegato il capo dei vescovi italiani – che voglia da subito farsi carico di un equilibrato ricambio generazionale. Ci permettiamo di insistere con i responsabili della cosa pubblica affinché pongano in essere iniziative urgenti e incisive: questo è paradossalmente il momento per farlo. Proprio perché – ha detto ancora – perdura una condizione di pesante difficoltà economica, bisogna tentare di uscirne attraverso parametri sociali nuovi e coerenti con le analisi fatte. Il quoziente familiare è l’innovazione che si attende e che può liberare l’avvenire della nostra società.