Alfano: «Il testo è quello della Camera»

ROMA – Il Guardasigilli Angelino Alfano usa toni molto soft prima di entrare in commissione Giustizia del Senato che deve esaminare il ddl intercettazioni. E parla di ‘’possibili modifiche’’ e dell’eventualità di ‘’trovare un compromesso’’ con l’opposizione.

Prima di entrare nell’affollatissima commissione Giustizia di Palazzo Madama, il ministro si ferma davanti alle telecamere. Vuol dire che un cambiamento del testo sarà ancora possibile, ma, soprattutto, vuole sottolineare come il governo abbia solo presentato un emendamento per trasformare gli ‘evidenti indizi di colpevolezza’ in ‘gravi indizi di reato’. Tutto il resto e cioè le modifiche che più hanno fatto discutere come quella, tra l’altro, del famoso ‘emendamento, cosiddetto D’Addario’ sono solo il frutto di iniziative dei singoli parlamentari del centrodestra.

Quindi afferma con forza che la maggioranza non intende mettere ‘’il bavaglio a nessuno’’ e ribadisce che le intercettazioni, secondo quelle che sono le intenzioni del governo e del centrodestra, si potranno effettuare ‘’solo se c’è una buona motivazione’’ e con precisi limiti di tempo.

Dopo aver ripetuto più volte che il testo Camera è già ‘’un buon compromesso’’, Alfano fa capire che si potrebbe tornare alla versione del ddl licenziata da Montecitorio, ma lasciando, molto probabilmente, i ‘gravi indizi di reato’ introdotti a Palazzo Madama. Per il resto l’intenzione sembra sia quella anche di eliminare le sanzioni per gli editori e di rivedere il divieto di pubblicazione degli atti d’indagine.

Il Guardasigilli inoltre accenna all’ipotesi di prevedere la possibilità di pubblicare ‘’per riassunto’’ gli atti dei procedimenti. E, per rispondere anche alle voci circolate insistentemente nei giorni scorsi, assicura inoltre che, al momento, di fiducia nessuno ha parlato. La fiducia, ha infatti detto, ‘’non la mette il Guardasigilli, ma il consiglio dei ministri, e , finora, non ha trattato questo argomento’’.

L’opposizione, però, continua nella sua protesta. Il responsabile Giustizia dell’Idv Luigi Li Gotti se la prende con il ministro che ‘’dichiara prima davanti alle telecamere quelle che sono le intenzioni del governo, invece di venire ad esporle in Aula di commissione’’.

Il Pd, più cauto, aveva ribadito che si trattava di un ‘’pessimo provvedimento’’, che sarebbe stato meglio, senz’altro, ritirare. Il capogruppo dell’Udc Giampiero D’Alia, infine, aveva parlato della necessita’ di migliorare il ddl in commissione e non in Aula perche’ in questa seconda sede, sarà più complicato e meno agevole arrivare ad un vero punto di equilibrio. Per concludere l’esame del ddl intercettazioni, ormai, mancano pochi emendamenti.