Tensione tra Hamas ed Egitto “Ci spiano dentro la Striscia”

Dopo la notizia – resa nota dal ministro degli Interni, Fathi Hammad – che un alto ufficiale egiziano è entrato di nascosto nella Striscia “per raccogliere informazioni sul popolo palestinese, sul governo e su altre questioni ancora”.

L’ufficiale, ha aggiunto Hammad, è stato riconsegnato alle autorità egiziane le quali “farebbero meglio ad investigare come avvenga che agenti israeliani si siano infiltrati nei territori egiziani e palestinesi, piuttosto che inviare i propri agenti in missioni segrete per raccogliere informazioni sulla resistenza palestinese a Gaza e piuttosto che torturare i palestinesi (reclusi in Egitto, ndr) affinché rivelino
informazioni”.

La questione del trattamento riservato nelle prigioni egiziane ai militanti di Hamas turba da tempo le relazioni bilaterali. Già nel gennaio 2008 Hamas protestò per l’arresto, avvenuto nel Sinai, di uno
dei comandanti del suo braccio armato Ezzedin al-Qassam, Ayman Nofal. Ancora oggi questi è recluso in Egitto.

Nell’ottobre 2009 le Brigate Ezzedin al-Qassam accusarono inoltre l’Egitto di aver ucciso in carcere
“ricorrendo a torture brutalì’ un altro miliziano: Yussuf Abu Zuhri, fratello del portavoce di Hamas a Gaza Sami Abu Zuhri. La lista dei malumori reciproci è peraltro abbastanza lunga. Per i governanti egiziani
l’unico governo palestinese legittimo è quello di Salam Fayad a Ramallah e dunque Hamas resta un interlocutore solo in quantomovimento politico.

Il rifiuto di Hamas di sottoscrivere un documento elaborato dall’Egitto che metta fine alle lacerazioni politiche palestinesi ha creato ulteriori dissensi. A Gaza, la chiusura sempre più prolungata del valico di Rafah (da parte dell’Egitto) e la costruzione di una barriera di acciaio per impedire i traffici sotto al confine mediante i tunnel sono decisioni interpretate come gesti inequivocabili di ostilità non solo verso Hamasma verso la intera popolazione civile di Gaza.