La manovra non piace a Regioni e sindacati

Èstato il giorno della manovra: ieri il Consiglio dei Ministri l’ha esaminata dopo una giornata convulsa di incontri e dopo aver incassato il via libera della Consulta economica del Pdl.

Ieri il Ministro dell’Economia Giulio Tremonti l’ha illustrata alle autonomie locali, spiegando che il forte contrasto all’evasione fiscale sarà uno dei perni del provvedimento e che bisognerà che “il gettito effettivo sia verificato nei prossimi anni”.

L’entità è confermata: prevista una correzione di 12 miliardi per il primo anno e ulteriori dodici per il secondo,
quindi per complessivi 24 mld. Il titolare dell’Economia ha quindi spiegato che la manovra “non è una
Finanziaria come le altre”, ma rappresenta “una discontinuità intesta di sistema che tutti dobbiamo
comprendere” il cui obiettivo fondamentale è quello di ridurre il debito pubblico. E ha quindi sottolineato che
“ciascuno deve fare la sua parte”.

La manovra non piace alle Regioni: “Considero la manovra insostenibile per le ricadute soprattutto sul fronte dei servizi e rispetto ai cittadini”, ha spiegato il presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, dopo l’incontro con il governo sulla manovra economica. I tagli
annunciati per le regioni sembrano prendere la consistenza di 5 miliardi più cinque nel biennio 2011-
2012, ma per Errani “c’è bisogno di chiarezza” e occorre che la “responsabilità sia equilibrata” fra i diversi
livelli istituzionali.

Anche le opposizioni sono sul piede di guerra: per il governatore della Puglia Nichi
Vendola, Siamo di fronte alla “più grande opera di macelleria sociale della storia italiana”. “Hanno giocato
a nascondere la crisi, con la retorica del non metteremo le mani nelle tasche degli italiani”, ma ora gli
mettono le dita negli occhi” con “misure di ingiustizia sociale”, che mostrano “un paese in cui con questa
manovra la ferocia si fa Stato. Non è possibile scaricare 24 miliardi di euro per intero sul lavoro dipendente,
sui pensionati e sulla povertà”.

E dalla Cina, il segretario del Pd Pier Luigi Bersani osserva: “La favola è
finita – ha affermato – ci hanno raccontato che i conti erano in equilibrio, che era tutto a posto, invece
non è vero niente. E la Grecia non c’entra nulla: è un problema nostro. E non vedo riforme, non vedo
niente”. Dalle parti sociali, arrivano richieste di chiarimento: servono misure vere e forti per rendere credibile
la manovra, ha detto il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, nell’incontro con il governo sulla
manovra.

Il leader della Cgil Guglielmo Epifani ha invece chiesto chiarimenti sul meccanismo di rimodulazione delle finestre di uscita delle pensioni e sul congelamento della buonuscita dei dipendenti pubblici. La situazione dei conti pubblici europei, comunque, non finisce di spaventare i mercati che ieri sono
andati a picco.