Manovra, Regioni: «Insostenibile»; Cgil: «E’ iniqua»

Roma – «Le Regioni faranno la loro valutazione nella Conferenza dei presidenti ma per quello che mi riguarda considero la manovra insostenibile per le Regioni sia per le ricadute sui servizi sia per le risposte che le Regioni devono dare ai cittadini» è stato il commento del presidente della Conferenza delle Regioni Vasco Errani al termine dell’incontro a Palazzo Chigi sulla manovra finanziaria.


I tagli previsti ammontano a circa 10 mld di euro in due anni, ha sottolineato Errani ma «non c’è stata chiarezza sulle cifre». Ad esempio, ha sottolineato, «bisogna capire cosa comporteranno i tagli sui ministeri: ci sono risorse e fondi che dai ministeri vengono dati alle Regioni».


– Apriremo un confronto e mi auguro che il governo sia disponibile a cercare un punto di sostenibilità – ha sottolineato il presidente della Conferenza delle Regioni. Riguardo alla sanità, ha spiegato Errani, «non si è parlato di ticket». Facendo poi riferimento al percorso del federalismo fiscale e all’impegno chiesto con la manovra alle Regioni, Errani ha sottolineato che «se il governo si trattenesse tutte le risorse relative ai fondi della Bassanini, per trasporti e servizi il federalismo non ha più nulla da fare».


– La manovra va assolutamente cambiata in Parlamento . E’ il leader della Cgil, Guglielmo Epifani a commentare così, nel corso di una brevissima conferenza stampa, i provvedimenti presentati dal governo per correggere i conti pubblici -. La manovra d’altra parte chiede sacrifici sempre ai lavoratori, pubblici e privati senza alcun sostegno all’occupazione. E’ iniqua. Viene toccato un lavoratore che guadagna 1500 euro che poi deve andare in pensione anche più tardi. Questo dà il segno della manovra.


Giudizio in ‘stand by’ per la Cisl, che aspetterà di vedere il testo della manovra.


– Ma stia attento Berlusconi perché questa è una prova importante. Il governo non deve dare segnali sbagliati – Lo afferma il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni, al termine dell’incontro con il governo.


– Rimetteremo il giudizio da quello che vedremo nei testi che nessuno allo stato conosce – dice il segretario. La situazione potrà essere capita e gestita se accanto alle misure che fanno nei confronti dei lavoratori ci saranno anche misure di peso per quelli che guadagnano di più.


– Che la manovra di stabilizzazione sia necessaria è evidente. Piuttosto che aumentare le tasse ci siamo dolorosamente convinti che non ci sono altre strade che tagliare la spesa pubblica. Ma è necessario che siano definiti con chiarezza i tagli ai costi della politica e di funzionamento della P.a. Solo a fronte di questi tagli il nostro giudizio complessivo sulla manovra potrà essere positivo – Così il leader della Uil, Luigi Angeletti -. I costi della politica sono quelli cresciuti di più in questi anni di cifre spaventose. Quindi se tagliano la spesa pubblica devono tagliare anche i costi della politica non solo per dare l’esempio ma anche per una questione di sostanza; ci sembra un sacrificio pertinente visto che in questi anni ci siamo svenati e non mi venite a parlare di democrazia.


Per rendere credibile la manvora economica «servono tagli veri ai costi della politica», è l’opinione del presidente di Confindustria Emma Marcegaglia. «Il tema del costo della politica è serio e servono tagli veri. E’ questo un elemento essenziale per rendere la manovra credibile», ha aggiunto.