Pyongyang pronta ad attaccare il Sud

Continuano a rullare i tamburi di guerra nella penisola coreana. L’esercito di Pyongyang ha accusato la Marina sudcoreana di aver sconfinato nelle sue acque territoriali e ha minacciato azioni militari di ritorsione.
Negli ultimi dieci giorni, ha fatto sapere il regime comunista, secondo l’agenzia KCNA, decine dimezzi navali sudcoreani hanno violato le acque territoriali nord-coreane.

“Si tratta di una provocazione deliberata per scatenare un altro conflitto militare nel Mare occidentale della Corea (il mar Giallo) e spingere così a una fase di guerra”. Se le intrusioni dovessero continuare, il Nord “metterà in atto misure militari concrete per
difendere le sue acque, come ha già chiarito, e la (Corea) del Sud sarà ritenuta pienamente responsabile delle relative conseguenze”.

A Seul, un portavoce del ministero della Difesa ha smentito che le navi abbiano attraversato il controverso confine nel mar Giallo a ovest della penisola coreana, la cosiddetta Northern Limit Line. Ma secondo un gruppo di transfughi nordcoreani in Corea del Sud, Solidarietà Intellettuale della Corea del Nord (NKIS), lo stato d’allerta delle truppe nordcoreane è stato dichiarato giovedì, il giorno in cui un’inchiesta internazionale ha reso pubbliche le sue conclusioni e puntato l’indice su Pyongyang nell’affondamento della corvetta Cheonan, in cui morirono 46 marinai, il 26 marzo.

Secondo Nkis, Kim ha emanato l’ordine di stare in allerta attraverso il vicepresidente della Commissione Nazionale della Difesa nord-coreana, Oh Kuk-ryul. “L’America e la Corea del Sud cercano la vendetta nei coinvolgerci
nell’incidente del Cheonan”; ma collegare l’affondamento del mezzo navale al regime comunista è “una calunnia” di Stati Uniti, Giappone e Corea del Sud per “isolare e asfissiare” il Paese comunista.
Oh Kuk-ryul ha aggiunto che anche se il suo Paese non vuole una guerra, la Corea del Nord risponderà all’attacco sudcoreano.

Le Coree attraversano una situazione di forte tensione dopo che Seul ha annunciato lunedì la sospensione delle relazioni inter-coreane e ha chiesto le scuse del regime comunista per l’attacco.

L’affondamento del Cheonan è stato l’incidente più grave avvenuto nella frontiera marittima tra i due Paesi del Mar Giallo dopo la fine della guerra di Corea (1950-1953), terminata con un armistizio invece che con un trattato di pace. Durante la giornata conclusiva della seconda edizione del Dialogo strategico ed economico tra Cina e Stati Uniti, il segretario di Stato Usa, Hillary Clinton ha esplicitamente chiesto aiuto a Pechino. Ma la Cina ha evitato di prendere posizione nella crisi, nonostante gli appelli della Clinton perché sostenga Seul.

La Cina, uno dei pochi Paesi a fianco di Pyongyang, s’è limitata a fare un appello alla moderazione rivolto “a tutte le parti” alla moderazione; mentre un portavoce del ministero degli Esteri si è limitato ad aggiungere che la Cina “pensa che il dialogo sia sempre meglio del confronto”. Una mancanza di impegno che riflette un vero e proprio imbarazzo per Pechino, anche perché non è escluso che il siluro fosse di fabbricazione cinese.