Espropri, invasioni e sequestri nell’agenda del ministro Frattini

CARACAS – Espropri, invasioni, sequestri. Un mix esplosivo. Se va male ai nostri pionieri, in particolare a coloro che hanno avuto meno fortuna nella vita ed oggi risentono pesantemente dei tagli operati dal Governo al capitolo di spese riguardanti gli italiani all’estero, non va meglio ai nostri imprenditori, molti di essi eredi delle piccole aziende dei genitori, che vivono nel timore quotidiano che venga tolto loro il frutto di anni di sacrificio e fonte di tante piccole illusioni o, peggio ancora, che venga strappata la libertà da una malavita dilagante alla quale non si riesce a porre freno.

E’ questa la realtà della quale il ministro degli Esteri, Franco Frattini, che arriverà oggi in serata per una visita ufficiale di appena 24 ore, è già stato messo al corrente.

– Il ministro Frattini – assicura alla “Voce” l’Ambasciatore d’Italia, Luigi Maccotta – è consapevole della realtà che si vive oggi in Venezuela. La sua visita ha certamente como scopo rilanciare il rapporto di collaborazione con il governo venezolano ma anche quello di esprimere preoccupazione, chiedere comprensione, sostegno ed un occhio di riguardo per i problemi della comunità.

– Quindi le invasioni, gli espropri, i sequestri saranno temi che verranno affrontati nelle riunioni che il ministro Frattini sosterrà con le personalità politiche venezolane?

– Assolutamente – conferma il diplomatico -. Sono argomenti che verranno trattati nei modi e nelle sedi appropriate. Io sono un burocrate. Non sono né un uomo di televisione, né di “media”. Credo molto di più nella discrezione e nell’impegno quotidiano. Per formazione, lavoro sui dossier. Credo nell’importanza che ha la maniera come si segnalano i problemi. Questa è la mia linea di condotta e sono convinto che sia anche quella del ministero degli Esteri che, in fondo, fa diplomazia. Il ministro troverà le parole giuste, le modalità giuste per far passare i messaggi. E, nel fondo, è questo l’importante.

Confessa che non crede nelle paroli forti, nelle dichiarazioni eclatanti o nelle prese di posizioni di principio.

– Capisco che può anche essere uno sfogo – spiega -. Ma, in questo particolare momento non considero utili tali atteggiamenti. Al contrario, sono sicuro che un approccio discreto, soprattutto se inquadrato in un contesto di reciproca volontà di collaborazione, sia più produttivo.

Sostiene convinto che il governo del presidente Chàvez ha nei confronti della nostra comunità “un atteggiamento di apertura, di grande disponibilità ed interesse”.

– E’ un qualcosa ch’io, nel mio lavoro – prosegue -, constato quotidianamente. A nessuno può sfuggire che nel Paese è in atto una profonda trasformazione. Si può chiamare in mille modi; però, è una realtà. E’ inevitabile che in questi processi, in questa trasformazione sociale, non si faccia distinzioni tra collettività.

– Certo, ma se una comunità è di imprenditori, le conseguenze negative sono maggiori…

– La nostra – precisa – è una collettività variegata. Non è costituita da soli imprenditori.

– E’ vero, così come lo è che possiede un tessuto imprenditoriale rilevante; molto più importante, ad esempio, del portoghese.

– La collettività portoghese ha una grossa presenza nel commercio – ribatte.

– Sì, ma non è produzione… non è valore aggiunto…

– E’ un discorso complesso – commenta -. Ma, non per semplificarlo, vorrei sottolineare che, da parte dell’Italia, c’è impegno, c’è sensibilità. Insomma, c’è la consapevolezza dei problemi. D’altro canto, nel governo venezolano c’è apertura; c’è la coscienza di quanto hanno fatto gli italiani. Certamente il contatto politico aiuta molto.

– Soprattutto se questo, poi, è continuo e non sporadico…

– Sì – ammette -. Una maggiore frequentazione, una consuetudine nella collaborazione in settori di mutuo interesse, creano un clima, un rapporto che sicuramente favorisce la soluzione dei problemi che tutti conosciamo.

Il ministro Frattini e la Collettività

L’agitata vita della metropoli sembra esiliata fuori dalle mura della nostra Ambasciata. La modernissima porta “detect-metal”, le finestre insonorizzate, l’altezza della mansarda che ci avvicina al cielo ma ci allontana dal baccano della quotidianità, non permettono l’accesso al fragore cittadino. Solo quà e là, si distingono soffocati il ruggire di un autobus o lo stridere di una sirena.
All’interno della nostra Ambasciata si respira un’aria di tranquillità. C’è un silenzio quasi eccessivo; un silenzio rotto a volte da un uscio che s’apre e si chiude, da passi ovattati, da parole pronunciate “sottovoce”.

– Sono previsti incontri con la nostra collettività?

– Il ministro Frattini – ci informa – riceverà una nutrita rappresentanza della nostra comunità. Non sarà assolutamente un incontro per pochi eletti ma, comunque, solo su invito. E’ semplicemente una questione di sicurezza e di ordine. Avendo una agenda fitta di impegni, e restando appena 24 ore, non credo che possa recarsi al Centro Italiano Venezolano. E poi, non è in programma.

– Eppure, un fuori-programma farebbe senz’altro piacere alla nostra comunità… Sarebbe accolto con simpatia…

– Fino ad ora – ci dice – è questo quanto deciso. L’Ambasciata propone ed il ministro dispone. Non voglio dire né sì, né no. Il programma semplicemente non lo prevede. Comunque, il ministro incontrerà una folta rappresentanza della comunità. Spero che la persona delegata a parlare a suo nome sappia farlo. Mi auguro che il ministro possa cogliere la parte migliore della nostra comunità. Insomma, verificare quello che già sa: in Venezuela vi è una collettività viva, tenace, vincente ed ottimista. Ho la speranza che nelle parole di chi si esprimirà a nome degli italiani possa esserci una grossa dose di positività; che dalle sue parole possa emergere con forza l’immagine di una comunità con una gran voglia di fare.

– Sarà un po’ difficile. Non vedo come si possa esprimere ottimismo quando si vive col timore delle invasioni, degli espropri e dei sequestri. E’ difficile, poi, se si pensa anche ai tagli sul capitolo di spese destinati alle comunità all’estero. Mi riferisco alla riduzione del budget riservato all’assistenza, alla diffusione della lingua italiana, all’informazione…

– Me ne rendo conto

– Non ci sono le condizioni – reiteriamo -. In una occasione, lei disse al nostro Giornale che le Comunità non solo devono chiedere ma devono anche dare… E’ vero. Ma oggi, mi creda, è difficile farlo…

L’Ambasciatore Maccotta spiega che le circostanze, nei nostri giorni, sono complicate, pesanti per tutti. E sottolinea che “i tagli non sono stati decisi per indebolire o colpire le comunità all’estero”.

– Sono sacrifici imposti dalla crisi – precisa -. Siamo tutti nella stessa barca. Gli italiani, quelli che vivono in Italia, non stanno messi meglio. La crisi colpisce la nostra e le altre nazioni d’Europa. Anzi, direi che si estende a tutti i paesi del mondo.

Fa notare, quindi, che “storicamente gli italiani che vivono all’estero sono forti, capaci e che, anche in questi momenti di difficoltà, prevarrà il loro spirito combattivo”.

– Questi italiani – prosegue – hanno lasciato la loro patria e si sono recati all’estero. Hanno attraversato l’oceano. Sono venuti a scoprire mondi lontani. Ripeto sono persone tenaci, capaci e con spirito d’avventura. Oggi devono recuperare queste qualità. L’italiano deve trovare la grinta dei connazionali di 50 anni fa.
Per concludere l’Ambasciatore Maccotta fa il bilancio delle relazioni commerciali tra Italia e Venezuela.

– L’interscambio – spiega – risente chiaramente delle congiunture economiche dei due paesi. Ma, nonostante tutto, tiene. Ed in effetti, si calcola in poco meno del miliardo di dollari, con un surplus a favore dell’Italia. Ad essere precisi, l’interscambio raggiunge i 935 milioni di euro con un surplus a nostro favore di quasi 400 milioni.

Sottolinea che, dal punto di vista dei contratti, delle commesse la presenza italiana è cospiqua.

– E’ significativa – prosegue – soprattutto nel comparto energia. In quello delle infrastrutture, poi, complessivamente si fora il tetto dei 23 miliardi di dollari. Dal punto di vista imprenditoriale – ammette poi – icuramente il paese presenta molteplici difficoltà che dobbiamo affrontare e cercare di risolvere insieme.