Berlusconi: «Sacrifici inevitabili, per uscire dalla crisi»

ROMA – Per la prima volta usa la parola ‘’sacrifici’’, accompagnata però dall’aggettivo ‘’inevitabili’’. Silvio Berlusconi difende la manovra economica messa a punto da Giulio Tremonti, mettendo la faccia su misure che, come rivela Umberto Bossi, all’inizio lo avevano ‘’un po’ preoccupato’’.

Lo fa a suo modo: contrattaccando, scaricando parte della responsabilità sulla sinistra e rivendicando i meriti del governo. A cominciare da quello di non aver messo le mani nelle tasche dei cittadini. Al suo fianco, nella sala stampa di Palazzo Chigi affollata come nelle grandi occasioni, è il ministro dell’Economia che spiega la manovra da 54 articoli, che parte da 12 miliardi nel 2011 e arriva a 24,9 miliardi nel 2009.


Tremonti snocciola, accanto al premier, le valutazioni positive arrivate in giornata dall’Ocse, dall’agenzia di rating Fitch, dal commissario europeo Rehn e, infine dal Fondo Monetario Internazionale.
– Tutto in poche ore – sottolinea.
Il primo a parlare è Berlusconi. Nella sua lunga ‘arringa’ difensiva si affida a un testo scritto. Esordisce puntando il dito contro la ‘’speculazione’’, colpevole dell’attuale crisi. Ripete che tutti i Paesi europei, Italia compresa, ‘’hanno vissuto oltre le loro possibilità’’. Parla di uno Stato troppo ingombrante e di una spesa ‘’ingente, capillare e non più sostenibile’’ oltre che ‘’soggetta a pessime gestioni e malversazioni’’. Costo di cui sono responsabili sia i ‘’governi consociativi’’ della Prima Repubblica, che ‘’il governo della sinistra’’ che ha introdotto una riforma costituzionale ‘’dissennata’’ a causa della quale la spesa sanitaria è ‘’esplosa’’.


La migliore ricetta per porre rimedio a tutto ciò, prosegue, è la ‘’riduzione della spesa pubblica’’. Ed è proprio questo l’obiettivo di una manovra ‘’equilibrata’’ che porterà il deficit dal ‘’5 al 2,7’’ nel 2012. Il tutto con un aggiustamento da ‘’24 miliardi per due anni’’ che poggia ‘’essenzialmente sulla riduzione della spesa pubblica’’ e sulla ‘’lotta all’evasione fiscale’’.

Sul fronte delle spese, Berlusconi riconosce che a ‘’pagare dazio’’ saranno soprattutto i dipendenti pubblici ai quali chiede un ‘’atto di responsabilità’’ che giustifica con due dati: il maggior aumento ottenuto in questi anni rispetto ai colleghi del privato e il vantaggio del posto fisso. Assicura che le pensioni sono ‘’garantite’’ e sottolinea come il governo chiede ‘’solo di restare qualche mese di più’’ a chi avesse deciso di smettere di lavorare.


In cambio dei risparmi chiesti alle regioni ricorda i beni demaniali ottenuti grazie al federalismo e chiede loro di tagliare i costi anzichè aumentare le tasse. Insomma, riconosce di chiedere ‘’sacrifici’’, ma li ritiene ‘’indispensabili per difendere la nostra moneta, i nostri salari, risparmi delle famiglie, le imprese’’. Ci tiene a ‘’sottolineare con forza’’ però anche i meriti del governo: a cominciare da quello di non aver aumentato le tasse.


Anzi, aggiunge, ‘’il nostro obiettivo era e resta quello di ridurle’’, introducendo il quoziente familiare e abolendo l’Irap per le Pmi. Anche se, precisa, ciò dipenderà dall’andamento della crescita. Sul fronte interno al governo nega con forza scontri con Tremonti, che anzi ringrazia pubblicamente per aver detto tante volte ‘’no’’. E per dimostrare che va tutto bene definisce una ‘’buona mediazione’’ la soglia di 5mila euro sulla tracciabilità. Il premier conclude nel segno dell’ottimismo.


– La ripresa c’è anche se lenta – dice e – ricordando le parole di Giorgio Napolitano – aggiunge:
– Siamo tutti nella stessa barca e supereremo anche questa situazione.


Infine un fa un appello all’opposizione.
– Speriamo ci sia condivisione di responsabilità – afferma, dicendosi pronto ad accogliere ‘’proposte utili per migliorare il testo’’. Per parte sua Tremonti preferisce illustrare le misure. Solo un passaggio del suo intervento sembra aver un connotato politico.


– Una manovra così la fa il presidente del Consiglio – ha sottolineato -, non un ministro o una parte del Governo.
Parole che sembrano voler da una parte negare contrasti, ma dall’altra attribuire la responsabilità dei ‘’sacrifici’’ al premier. A riassumere tutti ci pensa ancora una volta il leader della Lega.


– Spaccature? Impossibili se questa è l’unica via per stare in piedi.
Tremonti snocciola anche la filosofia della manovra che non guarda solo a tagli ma anche allo sviluppo e per la lotta all’evasione ‘’passa dalle urla alla effettiva, dura e concreta attività amministrativa’’.