Crisi: Spagna, anche Fitch la boccia

ROMA – Dopo aver perso la ‘tripla A’ per mano di Standard & Poor’s il mese scorso, la Spagna subisce il declassamento del proprio debito anche da parte di Fitch. L’agenzia ha infatti tagliato oggi il giudizio sul credito del Paese iberico da AAA ad AA+ con outlook stabile, nonostante il governo socialista di Josè Luis Zapatero abbia varato in questi ultimi giorni un piano lacrime e sangue per riportare sotto controllo il deficit di bilancio.


– La bocciatura riflette la nostra valutazione secondo cui il processo di aggiustamento verso un livello più basso di indebitamento del settore privato e verso l’esterno ridurrà sensibilmente il tasso di crescita dell’economia spagnola nel medio termine – ha spiegato l’analista di Fitch Brian Coulton.


Anche se il debito e gli interessi ad esso collegati ”restano su livelli da tripla A” non sarà altrettanto facile gestire il processo di aggiustamento del debito, che si preannuncia più lungo a quello necessario per gli altri paesi che hanno il rating più elevato e che avrà conseguenza sulla crescita economica, ha aggiunto Coulton. E a pesare – prosegue la nota di Fitch – sarà anche il mercato del lavoro poco flessibile e la ristrutturazione delle casse di risparmio. Tutti impegni da onorare che probabilmente – stima l’agenzia di rating – faranno lievitare il debito al 78% del Pil entro il 2013. E così dopo sette anni la Spagna perde la tripla A che le assegnava Fitch.


Per ironia della sorte ieri il parlamento spagnolo aveva approvato, per un solo voto, la manovra bis da 15 miliardi per il 2010 e il 2011 e che prevede una riduzione del 5% in media degli stipendi degli statali, il congelamento delle pensioni, tagli alla spesa sociale e agli investimenti pubblici. L’obiettivo è di portare al 6% per la fine del 2011 il deficit pubblico, all’11,2% a fine 2009, in vista di tornare sotto il 3% imposto da Bruxelles nel 2013. L’annuncio di Fitch arrivato a mercati chiusi in Europa, ha avuto immediate ripercussioni su Wall Street e sull’euro. A New York il Dow Jones è calato fino all’1,35% e il Nasdaq fino all’1,41%. La moneta unica è scivolata sotto 1,23 dollari a 1,2298 dollari.