Manovra, dal Colle chiarimenti al Governo Bondi: “Alcuni Istituti non sono un lusso”

ROMA – A quanto si apprende da ambienti del Quirinale, in merito al decreto sottoposto al presidente della Repubblica per l’emanazione, sono in corso chiarimenti e approfondimenti con il governo che risponderà entro oggi. Il presidente Napolitano, sempre secondo quanto si apprende, ha avanzato e rimesso alla valutazione del governo che ha l’esclusiva responsabilità degli indirizzi e del merito delle scelte di politica finanziaria, sociale e economica, una serie di osservazioni su delimitati aspetti di sostenibilità giuridica e istituzionale del provvedimento.


“Il ministero dei Beni culturali non doveva essere esautorato’’ in merito agli enti di carattere culturale. Il ministro Sandro Bondi, in un’intervista al Gr1, è intanto tornato sui tagli contenuti nella manovra, a proposito degli oltre 200 enti che verrebbero privati del contributo statale a causa della manovra. ‘’Io sono in sintonia con Tremonti sulle motivazioni che muovono la manovra”, ha aggiunto Bondi, spiegando, però, che alcuni degli istituti nel mirino, come il Centro sperimentale di cinematografia, la Triennale di Milano, il Vittoriale, “non possono in nessun modo essere considerati lussi’’.


“Se un esponente autorevole del Pdl e del governo come Sandro Bondi dice di non aver saputo e di non condividere i tagli alla Cultura significa che c’è qualcosa di serio che non va”, afferma il ‘finiano’ Italo Bocchino . “Da un lato – aggiunge Bocchino – è impensabile tagliare risorse al bene più prezioso del nostro Paese, risorse che si potrebbero recuperare abolendo cose inutili e non strategiche come il Pra, l’agenzia dei segretari comunali o l’Unire. Dall’altro è grave che il coordinatore del primo partito della maggioranza, nonché ministro, non fosse stato avvertito e consultato. Siamo dinanzi all’ennesima prova della necessità di una maggiore collegialità nelle scelte politiche del Pdl”.


“Non è possibile, non è giusto, che sul mondo del sapere e della ricerca (un ‘comparto’ che per il nostro Paese riveste un’importanza del tutto particolare) si abbatta la scure dei tagli così, indiscriminatamente e senza discussione preliminare. Senza spazi di riflessione, di confronto, anche all’interno dello stesso ministero”, rincara la dose Ffwebmagazine, il periodico online della Fondazione Farefuturo.


“Che sia tempo di sacrifici nessuno lo mette in dubbio. E condividiamo l’esigenza di profonde riforme della cultura come quella delle fondazioni liriche ora in Parlamento, e condividiamo l’esigenza di una manovra che impone sacrifici a tutti. Ma attenzione ai tagli indiscriminati alla cultura. Soprattutto se nella lista dei 232 istituti “tagliati”, ci sono anche – questo è il dramma – vere e proprie punte di eccellenza italiana riconosciute in tutto il mondo’’.


“Dispiace – conclude Ffwebmagazine – che sia andata così. Dispiace che non ci sia stato il tempo di capire e decidere tutti insieme come e dove tagliare, come e dove eliminare sacche di spreco. E dispiace ancora di più perché rischia di essere un sacrificio, questo, inutile se non controproducente”.
‘’Non so se Berlusconi se ne rende conto, ma in Parlamento è già nato un nuovo partito – interviene Francesco Storace, segretario de La Destra – Sulla manovra economica e sul disegno di legge intercettazioni – che credo farà la fine del processo breve – le cronache dei giornali raccontano che ci sono emendamenti finiani… Ovvero il presidente della Camera si comporta come un soggetto politico altro rispetto al Pdl e fa annunciare modifiche dai suoi.

Il presidente del Consiglio – aggiunge – aveva annunciato il Pdl come il partito della semplificazione e ora è diventato quello della confusione. Noi in Parlamento non ci siamo, ma le tasse le paghiamo e siamo sconcertati da quanto accade”.


Intanto, il segretario del Pd Pier Luigi Bersani boccia la manovra come “il frutto amaro di due anni di politica economica sbagliata” di un governo che ha detto che “andava tutto bene, ci ha raccontato un sacco di frottole e ha aumentato la spesa corrente, diminuito gli investimenti, abbassato la crescita, consentito minori entrate fiscali e non ha fatto nessuna riforma”. Tra un anno, aggiunge, ‘’saremo da capo a dodici”. Per Bersani il governo ha fatto dei “tagli lineari” che “anche un bambino è capace di fare”. In Parlamento, annuncia, ‘’presenteremo le nostre correzioni, partendo dall’idea di ottenere delle risorse dai redditi da capitale finanziario e utilizzarle per detassazioni finalizzate all’assunzione di giovani a tempo indeterminato e di potenziare gli strumenti della lotta all’evasione”.


Al leader del Pd replica il ministro della Funzione Pubblica, Renato Brunetta, secondo il quale Bersani “e’ un disco rotto” e “dovrebbe studiare”.
“E’ una manovra ‘lacrime e tagli’ e basta. Mancano completamente idee per il rilancio dell’economia e interventi strutturali – afferma il capogruppo dell’Idv alla Camera Massimo Donadi – A pagare saranno sempre gli stessi, mentre speculatori e grandi rendite improduttive non vengono toccate’’.


Un invito al dialogo arriva invece dal ministro per l’Attuazione del programma, Gianfranco Rotondi: ‘’Rafforzare la ripresa, rilanciare del tutto lo sviluppo, evitare la pressione fiscale, tagliare le spese inutili: e’ la piattaforma su cui tutti si devono ritrovare. La manovra e’ articolata, impone certo dei sacrifici ma non tocca il capitolo delle tasse. Anzi, guarda allo sviluppo come azione per consentire che la ripresa sia piu’ rapida. L’opposizione non si chiuda a riccio, dia piuttosto un contributo costruttivo’’.