Prandelli, Gilardino ti accoglie col violino

E nel prossimo ciclo lo aspetta il ‘suo’ allenatore: “Sono felice per lui, è la persona giusta per ripartire”Il violino, assicura Alberto Gilardino, è accordato. E nonostante l’umiltà del personaggio l’obiettivo è ambizioso:
“Sento che sono al Mondiale della svolta: è il secondo, ho 27 anni, sto bene. Insomma è la grande occasione, avverto che è il mio momento. E quando segnerò esulterò come sempre, suonando il violino”. È stato costretto prima a rincorrere la maglia numero 9 in azzurro, dietro Toni, e poi a difenderla dagli assalti esterni di Amauri e degli scettici. Poi l’attaccante viola ha segnato il gol della qualificazione al Mondiale lo scorso 10 ottobre, a Dublino per il pari con l’Irlanda. E ha chiuso il girone con la tripletta di Parma contro Cipro.

Ora, la gerarchia azzurra – in attesa che oggi Lippi ufficializzi i cinque tagli – lo vede in testa nel ruolo.
Però la sfida che deve vincere è con se stesso. “Ho detto in passato che mi manca la consacrazione in
azzurro: nella mia carriera ho fatto benissimo non solo i due anni di Parma – rivendica l’attaccante –
c’era anche la prima stagione Milan, e quella scorsa con la Fiorentina. E basta rievocare gli anni
rossoneri, ricordo a tutti che ho segnato 45 gol in tre stagioni giocando poco. Però mi è mancata la
continuità di anno in anno”. Non è un caso se in tre delle quattro annate positive c’era Prandelli in
panchina. Gilardino lo ritroverà dopo il Mondiale in azzurro, e non sa se esser più contento per la nazionale o più dispiaciuto per la Fiorentina: alla quale, tra l’altro, lancia messaggi.

“Sono felice per Prandelli – spiega – l’ho sentito al ritorno dagli Stati Uniti: è l’allenatore giusto per un nuovo ciclo. Per lui è la grande occasione. Per la Fiorentina invece mi dispiace, come ai miei compagni: aveva dato tantissimo, evidentemente c’è stato qualche problema”. Quanto al futuro, preferisce non pensarci: “Testa al mondiale, e basta – dice ancora – Son stato due anni a Firenze e ho altri tre anni di contratto, ora non si sa chi sarà l’allenatore e non si sanno tante cose. Credo che Corvino e la presidenza faranno bene come in passato. Vediamo cosa faranno…”.

In un certo senso, è la stessa attesa per l’incognita Italia. “Nel 4-2-3-1 che sta provando Lippi, io mi trovo a perfezione: è il mio modulo – fa notare l’attaccante – Il nostro attacco è assolutamente all’altezza delle grandi, anche se le altre hanno Rooney, Drogba o Milito. Anche per me chapeau all’Inter: Mourinho l’ha plasmata, come Lippi sta plasmando noi: lui ha sempre fatto squadre così. Però vedo Eto’o che rincorre l’avversario, e mi dico ‘cavolo lo devo far pure io”. Anche se, personalmente, preferisco fare ilMilito”. Sperando che a tradirlo non sia una traiettoria di quei “palloni scandalosi” di cui anche lui si lamenta.