Carozza si gode il dopo-Francoforte “Serve un confronto con le istituzioni”

Continua a rimanere argomento primario la grande manifestazione del 28 e 29 maggio a Francoforte. A
ritornare sulla protesta in Germania è stato il segretario generale del Cgie, Elio Carozza.

“Erano numerosissimi sabato a Francoforte gli italiani – ha scritto Carozza nel suo lungo comunicato –.
Giunti in treno, in macchina, in pullman, in aereo da molti Paesi d’Europa ed anche dall’Africa. Centinaia
e centinaia e tutti fortemente motivati nel rivendicare la propria italianità. E fra questi tanti, tantissimi, giovani che si sono organizzati autonomamente per manifestare insieme ai rappresentanti del
Cgie, di tutti i Comitati degli italiani all’estero in Germania e di molti altri Comites in Europa ed in Nord Africa,
per dire basta alla politica di smantellamento dei loro diritti. Per dimostrare al Governo ed alle istituzioni
italiane la ritrovata unità degli italiani all’estero, al di fuori ed al di là delle sigle e degli schieramenti politici”.

Carozza parla dell’attuale crisi e spiega come la vivono gli italiani all’estero sottolineando che “il periodo complesso e difficile non è un dato di fatto di cui le comunità italiane all’estero ignorino la portata. Tutt’altro. In Germania, come in Spagna, in Grecia come in Algeria, in Francia come in Argentina la preoccupazione e l’angustia per il Paese del quale sono, e si sentono a pieno titolo, parte integrante, è forte, fortissima”.

Il segretario generale del Cgie usa toni forti contro l’intenzione del Governo di diminuire il numero degli organi di rappresentanza degli italiani all’estero. “A fronte delle affermazioni del premier circa il rinvio delle riforme a tempi migliori – ha spiegato Carozza – ci domandiamo quale sia il criterio che presiede alla necessità riformatrice nei confronti della rappresentanza degli italiani all’estero.

Gli italiani all’estero
e le loro rappresentanze non intendono sottrarsi all’iniziativa riformatrice – prosegue Carozza – ma chiedono
che vi sia un confronto diretto e concreto delle istituzioni con le proprie rappresentanze. Che siano ascoltate le esigenze. Si prospetta l’idea di Comites più incisivi in quanto territorialmente vicini alle comunità ma non è diminuendone il numero che ciò avverrà”. Carozza focalizza il discorso sul Cgie.

“Credo che la migliore risposta sul Cgie – stigmatizza il segretario generale – quale momento di sintesi, di dibattito e di proposta
per interloquire con la rappresentanza parlamentare degli italiani all’estero, sia venuta proprio dalla manifestazione di Francoforte, in cui è stato accolto e pienamente recepito, dai singoli come dalle organizzazioni dei connazionali, l’appello al dialogo ed al dibattito lanciato dal Cgie al termine dell’ultima
assemblea plenaria dell’aprile scorso. Ci auspichiamo che i parlamentari della Circoscrizione estero trovino,
al di là dell’impegno di partito, una sede di dialogo e di confronto, senza il quale con tutta probabilità, come
aveva preconizzato Tremaglia, sarà difficile incidere positivamente a vantaggio degli italiani all’estero.

A loro – ha concluso Carozza – l’assemblea dei Comites e del Cgie ha affidato un compito, un impegno nei confronti della rete consolare, della promozione della lingua e cultura italiana, dell’informazione e dei giovani. Negare interventi in questi quattro ambiti vorrà dire rendere impossibile quella continuità del legame che le giovani generazioni di italiani all’estero e di italiani che numerosi stanno lasciando l’Italia per studiare, e sempre più spesso lavorare all’estero, richiedono. I prossimi appuntamenti di Vancouver e Buenos Aires sono sicuro daranno un ulteriore fondamentale apporto in questa direzione”.