Nuove denunce per violazione diritti umani

TEGUCIGALPA – – Il Comitato dei familiari dei detenuti e scomparsi in Honduras – si legge – in occasione della sua sesta protesta esige verità e giustizia per i nostri scomparsi dei primi anni Ottanta e per le famiglie dei martiri della violenta repressione scatenata dal colpo di stato del 28 giugno 2009, che continua tuttora con il regime attuale.


Cofadeh denuncia alla comunità nazionale e internazionale, la risoluzione approvata questa settimana dalla Corte Suprema di Giustizia, che ha confermato la rimozione dei giudici Ramón Enrique Barrios, Luis Alonso Chévez de la Rocha, Guillermo López Lone, la magistrata Tirza del Carmen Flores ed il difensore pubblico Osman Fajardo Morel, membri dell’Associazione dei Giudici per la democrazia, un’organizzazione che ha denunciato il golpe di giugno ed ha combattuto per le riforme del sistema giudiziario.


L’azione condotta dai 10 dei 15 giudici e magistrati è una ferita mortale per l’indipendenza dei giudici e dei magistrati e dimostra che in Honduras sono perseguitati e criminalizzati i diversi punti di vista dai dettami dei gruppi potenti e si continua a violare la libertà di espressione e di associazione.


Cofadeh ritiene che la crisi istituzionale che sta attraversando il popolo honduregno è conseguenza del golpe che ha portato l’angoscia, la persecuzione ed i disordini nella popolazione, soprattutto quella identificata con il Fronte Nazionale di Resistenza Popolare, che reclama l’installazione di un’Assemblea Nazionale Costituente, per rifondare lo Stato.


– La mancanza di applicazione della giustizia – prosegue Cofadeh – mantiene da quasi due anni nella prigione di El Porvenir a La Ceiba i contadini Carlos Maradiaga e Josè Isabel Morales, che sono state vittime del caso che giudica in questo paese un movimento che, come quello dei contadini, è stato diffamato, calunniato e massacrato con la compiacenza delle autorità civili, militari e della polizia. Cofadeh, Via Campesina, le organizzazioni contadine e la piattaforma dei diritti umani esigono la liberazione dei prigionieri politici, la riforma agraria, perché le accuse sostenute dal pubblico ministero contro Maradiaga e Morales non sono obiettive, chiare o convincenti.


La preoccupazione del comitato si estende anche alle comunità di Zacate Grande, vittime di un nuovo attacco alla libertà di espressione lo scorso giovedì quando un contingente di oltre 300 militari e poliziotti, ha proceduto alla chiusura della ‘Radio La Voce di Zacate Grande’ minacciando lo sfratto dalla loro terra.